La truffa può essere considerata la frontiera estrema della persuasione. In essa si realizza un vero paradosso comportamentale: l'induzione di comportamenti autolesionistici spontanei in persone normali nella normale vita di tutti i giorni. È così che un pensionato si ritrova a cedere "volontariamente" la sua pensione a un perfetto sconosciuto, l'esperto frequentatore di ippodromi casca nel tranello più antico, lo scettico professionista gioca in borsa solo dopo aver ottenuto l'avallo del cartomante, il funzionario di banca si ritrova nel bel mezzo di una versione telematica della "catena di Sant'Antonio". In realtà questi comportamenti non sono affatto spontanei come sembrano alla vittima della truffa, ma sono il risultato di comportamenti accuratamente concertati da abili persone che ricorrono a un ricco repertorio di astuzie, mistificazioni e sottigliezze psicologiche. Questo libro descrive tale "arsenale del truffatore", esponendo per la prima volta un'analisi dettagliata dei meccanismi psicologici della truffa: il modus operandi, i trucchi, le modalità comunicative e relazionali adottate dal truffatore per sedurre e circuire le sue vittime, servendosi tanto dei tradizionali canali comunicativi quanto dei contemporanei mezzi elettronici e informatici. I principi psicologici dell'inganno e della frode sono universali ed eterni: in tempi di realtà virtuale e di reti interconnesse le procedure efficaci per indurre una persona a privarsi dei propri beni sono le stesse usate nelle epoche antiche e funzionano ancora.
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