giovedì 30 dicembre 2010

Isaac Asimov - Io, Robot [1950]


Nella seconda metà del XXI secolo la U.S. Robots & Mechanical Men Corp. immette sul mercato i primi, perfetti modelli di robot positronici, capaci di sostituire l'uomo anche nei lavori più delicati. I nuovi alleati d'acciaio della razza umana fanno i poliziotti, i domestici e perfino le baby sitter. Sono sicurissimi: infatti, grazie alle Tre Leggi che regolano la loro programmazione, non possono diventare criminali né nuocere in alcun modo ai loro datori di lavoro. Ma è proprio così? Ogni tanto qualche caso spiacevole si verifica, ogni tanto un robot dà preoccupanti segni di squilibrio... È a questo punto che il "caso" passa nelle mani di Susan Calvin, la robopsicologia della U.S. Robots. È lei che conosce i nuovi modelli meglio di tutti ed è lei che può scongiurare il pericolo di più gravi conseguenze. Ma qualche volta il loro lavoro non è così facile...

Io, robot (Oscar bestsellers)

mercoledì 29 dicembre 2010

Visita al Museo di Storia Naturale di Venezia

Oggi, complice la bella giornata soleggiata, ho deciso di andare a visitare il Museo di Storia Naturale di Venezia visto che l'ultimo passaggio tra quelle parti risale a circa una ventina di anni fa (c'ero andato in gita alle medie). Devo dire che in tutto questo tempo l'allestimento delle sale è stato parecchio migliorato e all'ingresso del museo si trova subito la sala con i reperti più importanti dell'intera collezione: lo splendido scheletro di Ouranosaurus nigeriensis e la testa di Sarcosuchus imperator il più grande coccodrillo fino ad oggi conosciuto. Questa sala è inoltre stata pensata per far ripercorrere al visitatore la famosa spedizione del paleontologo Giancarlo Ligabue che nel 1973 portò al ritrovamento di questi fossili e di molti dei reperti conservati ed esposti al museo. Pubblico alcune foto che sono riuscito a scattare prima che il guardasala mi sgamasse e mi intimasse di metter via la macchinetta. Meglio di niente...








lunedì 27 dicembre 2010

LC - Meter #7

Pubblico con piacere le foto di un'altra realizzazione di Capaso LC meter, questa volta merito di Marco. Come si può vedere ritraggono lo strumento nelle due condizioni di misura: C ed L. La misura dell'induttanza è condotta su una bobina VK200 di valore nominale 3,2uH.



domenica 26 dicembre 2010

K. Vonnegut - Dio la benedica mr. Rosewater [1965]


Eliot Rosewater è l'ultimo erede della casata; suo padre ha costituito la Fondazione Rosewater con l'incarico di gestire tutti gli immensi beni di famiglia e con la clausola che la presidenza venga tramandata di erede in erede. Lo scopo è impedire che il fisco si impossessi dei soldi. Eliot, però, dopo aver partecipato alla Seconda guerra mondiale, è diventato un uomo strano: non solo ha iniziato a bere, a vagabondare, a prestare servizio come pompiere ma ha anche iniziato a usare il denaro per aiutare la gente. Ma cosa succede quando un uomo immensamente ricco decide di aiutare i poveri, dando loro buoni consigli, e, soprattutto, tanti tanti soldi? Verrà considerato un benefattore o un pazzo?

Dio la benedica, Mr Rosewater o perle ai porci (I narratori)

lunedì 20 dicembre 2010

Dvd SuperGulp!


In questi giorni sono riuscito a recuperare la serie completa di dvd del cult show dei fumetti in TV che ha divertito intere generazioni di telespettatori: SuperGulp!, trasmesso dalla RAI negli anni '70. Sono presenti tutti i protagonisti dell'epoca: Nick Carter, Patsy e Ten, Tex, Lupo Alberto, Spider-Man, i Fantastici 4, Giumbolo, Sturmtruppen, Alan Ford, Corto Maltese, Cocco Bill e altre icone del fumetto che spero mi facciano fare un bel viaggio nel passato e trascorrere qualche momento spassoso.

domenica 12 dicembre 2010

A. Camilleri - La pazienza del ragno


“Può un omo, arrivato oramà alla fine della so carriera, arribillarsi a uno stato di cose che ha contribuito a mantiniri?” Il commissario Montalbano sente il peso degli anni. E della solitudine. Si intenerisce, mentre cerca le parole e i gesti che lo nascondano agli altri; le parole che facciano barriera. Ascolta la voce di dentro. Si interroga: “Era solo un omo che aveva un personale criterio di giudizio supra ciò che era giusto e ciò che era sbagliato. E certe volte quello che lui pinsava giusto arrisultava sbagliato per la giustizia. E viceversa. Allura, era meglio esseri d’accordo con la giustizia, quella scritta supra i libri, o con la propria cuscienza?” Il dilemma è da tragedia greca. Ma qui, nella malinconia e negli addolcimenti pudichi di una maturità giunta quasi al consuntivo, non l’eccezionalità dell’eroe, importa; ma l’integrità di un individuo normale, che gli adempimenti dell’ufficio mette in rapporto con la falsità “politica”, con la personale ricerca della franchezza, e con l’accertamento (se non pubblico, almeno privato) della verità. Montalbano si confronta pure con le convenzioni romanzesche del genere giallo. Per sottrarsi al “mestiere”: moralista senza moralismi, vulnerato dalla ingiustizia e dalla “libertà” di rapina governativamente legalizzata e accasata; e investigatore in servizio straordinario nel romanzo, che metaforiche “ferite”, date o ricevute, fa pulsare nel non detto delle emozioni e nel clamore dello scandalo. La pazienza del ragno è un giallo anomalo. Senza “delitto” e spargimenti di sangue. A meno che delitto cruento non venga considerato lo splendore di vite costrette a consumarsi e a sprecarsi nell’odio. Nell’attesa di una catarsi che, accompagnata dalla solidale e indulgente compassione di Montalbano, metta in calma le coscienze e le riposizioni nel gioco delle parti: dopo che l’agitazione “teatrale” della “ragnatela”, pazientemente tessuta nell’odio, ha esaurito la funzione strategica di “menzogna” che sulla scena ha portato, irretendolo, il vero colpevole. Camilleri sorprende ancora una volta. E si rinnova. Con questo trepido romanzo dai tempi alternati e dialoganti.

La pazienza del ragno (La memoria)

mercoledì 8 dicembre 2010

J. Steinbeck - Pian della Tortilla [1935]


A quasi settant'anni dalla sua pubblicazione questo romanzo, che decretò il successo letterario di John Steinbeck, conserva ancora intatto il fascino dell'epopea americana. "Pian della Tortilla" è il quartiere di Monterey in cui vivono i 'paisanos', un luogo dove sopravvivere è il fine primario. Discendenti dei primi californiani, formano una colonia di gente povera ma felice, di perdigiorno amorali ma intimamente incoscienti nelle cui vene si intreccia sangue messicano, indio e spagnolo. Tra questi vive Danny, che ha ereditato due case e vive con sette 'paisanos' cui ha concesso il diritto di vivere nelle sue proprietà. Le giornate passano tra bevute e corteggiamenti, truffe ed espedienti, mentre il lavoro viene considerato l'ultima risorsa per procurarsi i mezzi di sussistenza. Dotati di spirito cavalleresco, i personaggi che popolano le pagine di questo capolavoro della narrativa americana vivono con umanità e grande dignità la propria decadenza morale e materiale nell'illusione di un domani migliore. Con uno stile narrativo lucidissimo e vibrante e un gusto per la descrizione quasi cronachistico, Steinbeck rende omaggio a tutti coloro che hanno attraversato la frontiera.

Pian della Tortilla (I grandi tascabili)

martedì 7 dicembre 2010

iWebKit: framework per applicazioni web iPhone


Volevo segnalare questo bellissimo framework che consente di sviluppare splendide applicazioni web per iPhone e iPod: iWebKit. Si tratta di una collezione di template html-css tramite la quale è possibile realizzare delle applicazioni web oriented con l'inconfondibile stile delle apps iPhone ed ha la simpatica caratteristica di essere completamente free! Io ho subito provato alcune soluzioni di esempio che per veder in funzione basta cliccare sui link qui sotto:

iPost - semplice guestbook
iBlog - blog completo di tutte le principali funzioni

ovviamente bisogna nevigarli con l' iPhone, altrimenti si passa in modalità pc.

domenica 5 dicembre 2010

K. Vonnegut - Ghiaccio-nove [1963]


Uno scrittore decide di scrivere un libro sul giorno in cui è stata sganciata su Hiroshima la prima bomba atomica. Si intitola "Il giorno in cui il mondo finì" ed è centrato sull'idea di descrivere cosa stessero facendo alcuni scienziati nucleari nell'esatto momento in cui avveniva la catastrofe. Attraverso una corrispondenza con i tre figli dell'ormai defunto Felix Hoenikker, il premio Nobel che ha costruito la bomba, lo scrittore tenta di darcene un ritratto. Apprendiamo così che, proprio in quel giorno fatale, il dottor Hoenikker era riuscito a risolvere un gioco che lo stava impegnando da un bel po' e che la notte della sua morte, avvenuta anni dopo, stava trafficando in cucina con dei pezzetti di ghiaccio: aveva trovato il modo per congelare l'acqua ad alte temperature. Questa sua invenzione è, in realtà, un'arma micidiale, capace di annientare ogni forma di vita sulla Terra. I tre figli cercheranno di utilizzare quest'ultima scoperta paterna. Salutato al suo apparire, nel 1963, da Graham Greene come "uno dei tre migliori romanzi dell'anno scritto dal più bravo scrittore vivente", "Ghiaccio-Nove" è un libro che contesta la nostra società attraverso la parodia e disegna uno scenario in cui risuonano tutte le paure e le inquietudini dell'epoca contemporanea.

Ghiaccio-Nove (Universale economica)

sabato 4 dicembre 2010

W. Faulkner - Mentre morivo [1930]


Un viaggio folle su un barroccio sgangherato, tra inondazioni e fienili in fiamme, sotto i cerchi sempre più fitti degli avvoltoi che accompagnano speranzosi il grottesco funerale di Addie Bundren. Attorno alla bara, spinti dai segreti più diversi, ingobbiti nei loro destini indicibili, il marito, la figlia e i quattro nipoti. Faulkner scrive questo suo quinto romanzo in sei settimane: è l'estate del 1929, ha trentadue anni, lavora di notte come operaio in una centrale elettrica e ha appena pubblicato "L'urlo e il furore". "Mentre morivo" ne rappresenta l'evoluzione tecnica, dove le voci monologanti si moltiplicano in una successione a spirale, fondendosi poi in una rara armonia di dissonanze.

Mentre morivo (Biblioteca Adelphi)

martedì 30 novembre 2010

W. Faulkner - Santuario [1931]


Siamo tra Mississippi e Missouri, nel pieno della Grande Depressione e del proibizionismo. Una casa "buia, desolata e meditabonda" persa tra boschetti di cedri e prati inselvatichiti, nasconde una distilleria clandestina gestita da una banda di magnaccia e sbandati. Qui un pomeriggio, con un accompagnatore già ubriaco, irrompe come un'aliena Temple Drake, studentessa diciassettenne "non più proprio bambina, non ancora donna". "Dritta come una freccia nel vestitino succinto", il cappellino spinto all'indietro a sprigionare "quel che di licenzioso", Temple innescherà un tragico domino di perversione e di morte. Momento fatale sarà l'incontro tra i suoi occhi "tutti pupilla" e quelli, simili a "due grumi di gomma", del capobanda Popeye, dal volto perennemente contratto nella smorfia supplice di chi si accende una sigaretta dietro l'altra - un volto corrotto che porta incisa la perdita dell'innocenza di un intero Paese. Dopo aver freddato un suo scagnozzo e deflorato la ragazza tra le mura sventrate del fienile, Popeye riuscirà a segregarla in un bordello di Memphis e a far incolpare del delitto uno dei suoi uomini; ma un beffardo contrappasso si abbatterà su di lui, lasciando il lettore scosso e attonito perché "forse è nell'istante in cui ci rendiamo conto, in cui ammettiamo che nel male vi è un disegno logico, è allora che moriamo".

Santuario (Biblioteca Adelphi)

domenica 28 novembre 2010

LC - Meter #6

Pubblico con piacere la foto della realizzazione di Egidio del Capaso Lc Meter.

J. Steinbeck - Quel fantastico giovedì [1954]


Reduce dalla guerra alla nativa Monterey di California, Doc, un giovane biologo, vi ritrova immutati sole, mare tradizioni, e con essi la vecchia compagnia di Cannery Row, il quartiere dell'allegra cittadina. Qualcosa però è cambiato in lui : da uomo pacifico, appagato in amore, soddisfatto della vita, Doc si scopre inquieto, scontento, intollerante del proprio mondo. "Che cos'ha significato la mia vita finora, e che cosa può significare nel tempo che mi resta?" egli si chiede. Ma a questo primo acquistare coscienza di sé, le antiche abitudini e la cerchia spensierata degli amici oppongono il loro ottimistico egoismo. Doc, più che a se stesso, sembra appartenere a Cannery Row, all'immutabile paesaggio in cui è cresciuto. Finché l'amore di Susi, nato come innocente burletta in un "fantastico" giovedì, finisce per rendere a Doc il senso smarrito delle cose e la felicità invano cercata altrove. Attorno ai due ignari colombi ruota tutto il piccolo mondo provinciale del quartiere: il messicano, la ruffiana, lo sconcertante Hazel: quell'umanità "minore" tanto cara al cuore di Steinbeck che qui vive in un felice eterno giovedì della vita.

Quel fantastico giovedì (Oscar scrittori moderni)

sabato 20 novembre 2010

Paper Model - Locomotiva 422.002

Dopo un po' di tempo di inattività, la Capaso Paper Model Farm ha ripreso la sua produzione ed ecco l'ultimo lavoretto realizzato: una splendida locomotiva 422.002 (modello 422 esemplare numero 2) degli anni '20. La costruzione di questo modello mi ha particolarmente entusiasmato perché non avevo mai realizzato una locomotiva a vapore e devo dire che, pur non essendo uno dei modelli più complessi con i quali mi è capitato di cimentarmi, non è stata proprio una passeggiata. La locomotiva è costituita esattamente da 100 pezzi disposti su due fogli A3 e risulta lunga circa 17cm. Nel kit è presente anche un bel piedistallo con fondale dell'epoca.














domenica 14 novembre 2010

K. Vonnegut - Mattatoio n. 5 [1968]


Verso la fine della seconda guerra mondiale Vonnegut, americano di origine tedesca, accorse con tanti altri emigranti in Europa per liberarla dal flagello del nazismo. Fatto prigioniero durante la battaglia delle Ardenne, ebbe la ventura di assistere al bombardamento di Dresda dall'interno di una grotta scavata nella roccia sotto un mattatoio, adibita e deposito di carni. Da questa dura e incancellabile esperienza nacque "Mattatoio n. 5 o La crociata dei bambini", storia semiseria di Billy Pilgrim, americano medio affetto da un disturbo singolare ("ogni tanto, senza alcuna ragione apparente, si metteva a piangere") e in possesso di un segreto inconfessabile: la conoscenza della vera natura del tempo.

Mattatoio n. 5 (I narratori)

mercoledì 10 novembre 2010

W. Faulkner - La paga dei soldati [1926]


Non sempre un'opera prima segna la nascita di uno scrittore. Ma se si tratta di William Faulkner, e se la materia del romanzo ha il sapore di un regolamento di conti, o di un risarcimento, il miracolo può avvenire. Quando La paga dei soldati esce per la prima volta, nel 1926, Faulkner ha trascorso gli otto anni dalla fine della Grande Guerra raccontando episodi del conflitto; e l'impressione che il lettore comune ricava dal libro è che il suo protagonista, il tenente Donald Mahon, sia un alter ego dell'autore. Così non è, dal momento che Faulkner, scartato dall'aviazione americana per un problema di centimetri e poi arruolatosi sotto falso nome in quella canadese, non aveva fatto in tempo a partire per l'Europa prima dell'armistizio: dunque non era stato, come Mahon, orribilmente ferito in combattimento, né aveva dovuto attraversare una tormentosa convalescenza affidandosi alle cure di tre donne la sensuale fidanzata Cecily, "insincera come un sonetto francese", la governante Emmy, sua amante anni prima per una sola notte, e la giovane vedova Margaret Powers. Il dolore e le passioni di Mahon - o di quanto resta di lui si trasformano così in quell'urlo che di Faulkner diverra più tardi l'emblema: e in un magnifico furore che investe le passioni e le miserie di un intero microcosmo, su su fino alla "muta cacofonia dorata delle stelle".

La paga dei soldati (Biblioteca Adelphi)

martedì 2 novembre 2010

J.D. Barbey d’Aurevilly - Il cavaliere des Touches [1864]


Publicato nel 1864, Il Cavaliere des Touches, è un romanzo concepito come seconda parte del grande affresco storico del Cotentin negli anni della Rivoluzione, e ne rappresenta la conclusione. Anche in quest' opera si avverte il fascino della chouannerie, la lotta partigiana senza speranza — e proprio per questo ancora più nobile — che un intero popolo, quello normanno, condusse, in nome di Dio e del re, contro i Bleus, i soldati della Rivoluzione, che venivano a "pacificare" nel sangue un’intera regione. Il cavaliere des Touches, agente di collegamento fra gl’insorti monarchici e i nobili francesi emigrati in Inghilterra, che passa attraverso le alterne vicende della carcerazione e della condanna a morte, per poi essere liberato in modo rocambolesco dai suoi compagni d’avventura, diviene il simbolo dell’esistenza vissuta in modo estetizzante in un mondo dominato ormai dalla ragione illuministica e dalla piattezza dell’etica borghese.

Il cavaliere Des Touches (Nuovo portico)

venerdì 29 ottobre 2010

A.Camilleri - La luna di carta [2005]


Tra due donne forti e insidiose deve industriarsi il commissario Montalbano: una estroversa, e di franca sensualità; l'altra segreta, e di morbosi ardori, capace di tutto intraprendere e di tutto nascondere. Si sgambettano a vicenda, le due donne, su scivolosi precedenti: che sono esche e trappole per il commissario («Quann'era picciliddro, una volta so patre, per babbiarlo, gli aveva contato che la luna 'n cielu era fatta di carta. E lui, che aviva sempre fiducia in quello che il patre gli diciva, ci aviva criduto. E ora, maturo, sperto, omo di ciriveddro e di intuito, aviva novamente criduto come un picciliddro a dù fìmmine…, che gli avivano contato che la luna era fatta di carta»). La verità non procura rimedio. Se non è vittoria è purtroppo vendetta. Rovinosa e tragica. Secca e asciutta, nell'orrore: «la tragedia, quann'è recitata davanti alle pirsone, assume pose e parla alto, ma quanno è profondamente vera parla a voce vascia e ha gesti umili. Già, l'umiltà della tragedia». Il commissario interloquisce con l'incipiente vecchiaia. Ricalibra le sue negligenze. Escogita ripari alla ruggine degli anni. Impara a convivere con l'ossessione della morte (un orologio biologico che batte l'ora grave) e dà udienza a passi ciechi che conducono al mistero di una casa «morta» (alla Faulkner): nella quale, attorno a un cadavere oscenamente atteggiato, si impaludano e covano le acque putride di passioni irritabili e scenografiche; insieme al fondiglio di un'oscenità politica, che lascia emergere cadaveri eccellenti e prospere viziosità. La trama è torbida, in questo romanzo che la palude stigia (facsimile della morte civile) fa solidarizzare con una politica governativa drogata di ordinaria anormalità.

La luna di carta (La memoria)