venerdì 29 ottobre 2010

A.Camilleri - La luna di carta [2005]


Tra due donne forti e insidiose deve industriarsi il commissario Montalbano: una estroversa, e di franca sensualità; l'altra segreta, e di morbosi ardori, capace di tutto intraprendere e di tutto nascondere. Si sgambettano a vicenda, le due donne, su scivolosi precedenti: che sono esche e trappole per il commissario («Quann'era picciliddro, una volta so patre, per babbiarlo, gli aveva contato che la luna 'n cielu era fatta di carta. E lui, che aviva sempre fiducia in quello che il patre gli diciva, ci aviva criduto. E ora, maturo, sperto, omo di ciriveddro e di intuito, aviva novamente criduto come un picciliddro a dù fìmmine…, che gli avivano contato che la luna era fatta di carta»). La verità non procura rimedio. Se non è vittoria è purtroppo vendetta. Rovinosa e tragica. Secca e asciutta, nell'orrore: «la tragedia, quann'è recitata davanti alle pirsone, assume pose e parla alto, ma quanno è profondamente vera parla a voce vascia e ha gesti umili. Già, l'umiltà della tragedia». Il commissario interloquisce con l'incipiente vecchiaia. Ricalibra le sue negligenze. Escogita ripari alla ruggine degli anni. Impara a convivere con l'ossessione della morte (un orologio biologico che batte l'ora grave) e dà udienza a passi ciechi che conducono al mistero di una casa «morta» (alla Faulkner): nella quale, attorno a un cadavere oscenamente atteggiato, si impaludano e covano le acque putride di passioni irritabili e scenografiche; insieme al fondiglio di un'oscenità politica, che lascia emergere cadaveri eccellenti e prospere viziosità. La trama è torbida, in questo romanzo che la palude stigia (facsimile della morte civile) fa solidarizzare con una politica governativa drogata di ordinaria anormalità.

La luna di carta (La memoria)

lunedì 25 ottobre 2010

J.D. Salinger - Nove racconti [1948]


Se le avventure di Holden hanno avuto per l'America un valore emblematico, è in questi racconti che lo humor, la spietatezza, la grazia e la tragica amarezza di Salinger trovano la loro perfetta espressione. Il loro punto di partenza è il "parlato" più colloquiale e modulato sulle effimere cadenze della moda. Per Salinger solo i bambini e chi ha vissuto l'orrore della guerra è vicino alla verità. Il dialogo dei bambini è una finestra su una realtà diversa e vertiginosa. Ma anche una conversazione pomeridiana tra amiche o la telefonata di un uomo che è a letto con una donna non sua diventano occasioni di poesia, nutrita di grande pietà umana.

Nove racconti (Einaudi tascabili. Scrittori)

sabato 23 ottobre 2010

Mauro Corona - Il canto delle manére [2009]


“Occorre sapere che ogni albero è buono. Non fa niente a nessuno, un albero, sta fermo in piedi, massimo muove la punta nel vento. Ma se uno con la scure gli tira via la natura, che è quella di stare in piedi, l’albero si muove. E muovendosi senza gambe, perché le ha tagliate, cade giù. Allora bisogna saper dove cade, farlo andare al posto giusto, se no batte e torna indietro con una forza che rompe il mondo.” Lo sa bene quanto sia pericoloso il suo mestiere Santo Corona della Val Martin, il più grande dei boscaioli, colui che è capace di recidersi di netto una striscia di peli dal polpaccio senza intaccare la carne con un solo colpo della sua manéra, l’ascia che per lui e tutti gli altri taglialegna è come la spada per il samurai. Se esiste ancora, nella narrativa contemporanea, uno spazio per l’epica, un’ampia porzione di questo territorio è occupata dall’opera di Mauro Corona. L’epica di Corona è spontanea, non è costruita e atteggiata secondo le pose postmoderne; è la voce profonda di un mondo in via di estinzione ma che ancora ha la forza di testimoniare la sua antica esistenza arcaica e brutale, eppure pervasa di una poesia della natura capace di incanto e di imprevedibili dolcezze. Santo della Val è il classico eroe vittima del proprio orgoglio: per orgoglio si rovina la vita costringendosi ad abbandonare il paese natale e a errare nell’Esempòn – ovvero in terra straniera –, randagio per i boschi dell’Austria, per orgoglio deve alzare ogni volta la posta delle sue sfide, per orgoglio rinuncia all’amore, per orgoglio è destinato a non trovare mai pace. Il mondo di Corona, che sempre più lettori hanno imparato a conoscere e amare, il mondo dei monti aspri, dei boschi bui, degli inverni gelidi e dei risvegli miracolosi delle stagioni, il mondo in cui i diritti della natura sono più forti e più sentiti di quelli degli uomini, questa volta si fonde, in maniera imprevedibile e imperiosa, con un altro dalle leggi completamente diverse, quello della cultura. L’esilio amaro sarà infatti temperato dagli incontri con Hugo von Hofmannsthal, con Robert Walser e con una comunità di scrittori che, in una sorta di valle dell’Eden, mostreranno a Santo, sia pure per un attimo breve, come la vita possa essere anche altro da un perenne, velenoso agone.

Il canto delle manére (NumeriPrimi)

venerdì 22 ottobre 2010

J. Steinbeck - Uomini e topi [1937]


Pubblicato nel 1937 negli Stati Uniti, apparso un anno dopo in Italia nella celebre traduzione di Cesare Pavese, Uomini e topi è un piccolo intenso dramma che colloca l'amara vicenda dei suoi protagonisti su uno sfondo di denuncia sociale. II romanzo affronta in chiave simbolica il problema dell'emigrazione contadina all'Ovest, terra di mancate promesse negli anni successivi alla Depressione: è la storia tragica e violenta di due braccianti che trovano lavoro in un ranch della California, il grande Lennie, gigante buono e irresponsabile, e il saggio George, guida e sostegno dell'amico nella vana resistenza alla difesa del mondo. Sfruttamento e lotte sociali, ingiustizia e sofferenza umana, tutti temi che verranno trattati con realismo aspro e risentito in Furore, sono qui espressi con una vena di lirica commozione e con quel vigore narrativo che fa di Steinbeck uno dei grandi autori americani. Da questo romanzo l'omonimo film interpretato da John Malkovich e Gary Sinise e diretto da Gary Sinise

Uomini e topi (I grandi tascabili)

lunedì 18 ottobre 2010

Scorpions - Sting in the Tail [2009]

L'album di addio di una band storica...

mercoledì 13 ottobre 2010

R. Chandler - Il lungo addio [1953]


Quando Philip Marlowe, l'investigatore privato ideale di Raymond Chandler, vede per la prima volta Terry Lennox ubriaco in una Rolls Royce fuori serie di fronte alla terrazza del “Dancers” non sa ancora quale influenza avrà sul suo destino. Lo sorregge tra le sue braccia, comunque, dopo che la donna che lo accompagnava ha tagliato la corda con la Rolls, accennando a un appuntamento irrecusabile, e cerca di tenerlo su in tutte le maniere, non solo fisicamente. Così si lega a Terry in una tormentosa successione di eventi pericolosi. L'amicizia virile, movimento classico del romanzo di avventura, è qui celebrata quasi oltre ogni limite. Il lungo addio è forse il più tragico e il più bello dei romanzi di Chandler. Nell'amicizia virile come nell'amore bisogna essere in due, ma la quota di amicizia o d'amore non è mai uguale.

Il lungo addio (Universale economica)

domenica 10 ottobre 2010

Paper Model - Motosilurante T-1425

Pubblico alcune foto del mio ultimo paper model: una motosilurante T 1425. Confesso che non ne sapevo molto su questo natante, ma mi pareva facile realizzarlo e di sicuro effetto. Risulta lungo circa 25cm e per terminarlo ho impegato solo due seratine di lavoro.








giovedì 7 ottobre 2010

A. Camilleri - Il cane di terracotta [1996]


Il solito delitto di mafia, misterioso e intricato, a Vigàta, cittadina fantastica e metaforica in terra di Sicilia, dove Camilleri ambienta il suo secondo romanzo giallo, con protagonista il commissario Montalbano. Occhio e intelletto di giustizia, Montalbano risolve le sue inchieste, si direbbe, per affinità ambientale: è così perfettamente siciliano che ogni indizio per lui si trasforma in univoco messaggio di un codice conosciuto, da decrittare simbolo per simbolo, come una lingua arcaica che continua a parlare in forme nuove. Ma stavolta, in coda al delitto di mafia, se ne trova un altro, più conturbante e rituale: due cadaveri di giovani amanti abbracciati, nel doppio fondo di una grotta, sorvegliati da un enorme cane di terracotta. Un omicidio di cinquant'anni prima. E Montalbano indaga, con l'aiuto di una compagnia volenterosa di vecchietti: "un'indagine in pantofole, in case d'altri tempi, davanti a una tazza di caffè". La Sicilia è terra che da sempre si presta al genere giallo e poliziesco, cui fornisce il suo teatro di contrasti e di arcaismi. Camilleri, però, del giallo siciliano è, in senso proprio, un innovatore. Una grazia particolare di raccontatore, una lingua che si modula senza sforzo e fastidi sul dialetto, una potenza di comicità, ma soprattutto vi aggiunge l'intuizione completa dei nuovi scenari, quel miscuglio di culture millenarie con ciò che i sociologi denominano "modernizzazione senza sviluppo".

Il cane di terracotta (La memoria)

lunedì 4 ottobre 2010

Mauro Corona - Il volo della martora [1997]


Il 9 ottobre 1963 una fetta del Monte Toc precipitò nel lago del Vajont sollevando un'immensa ondata che spazzò la valle e travolse tutte le case che trovò sul suo cammino.Vi furono più di 2000 morti: una catastrofe immane. In quel momento qualcosa andò perduto per sempre: non solo le vite umane, ma tutto un mondo irripetibile che rivive ora, come per miracolo, in questo libro di Mauro Corona.L'autore aveva solo 13 anni quando avvenne la tragedia. Non abbandonò la sua valle, ma rimase abbarbicato alle rocce, figlio dei boschi e fratello degli animali, conservando con cura nella memoria le immagini del passato. I ventisette racconti che compongono Il volo della martora formano un affresco unitario: la storia di tante vite di fatica e sofferenza. E' una storia di uomini e donne semplici, e anche di animali e di alberi, perchè anch'essi hanno un'anima e parlano a chi li sa ascoltare.

Il volo della martora (Licheni)

sabato 2 ottobre 2010

Emile Zola - La disfatta [1892]


Nell'agosto 1870, sui campi della battaglia di Sedan si scontrano due civiltà: la Francia del Secondo Impero e la Prussia del nascente imperialismo tedesco. Le conseguenze della disfatta militare francese sono devastanti: la caduta di Napoleone III, l'esperienza rivoluzionaria della Comune di Parigi, la "settimana di sangue". E' l'inizio drammatico di una modernità "scientifica" che esige la trasformazione dei deboli in forti, delle vittime in carnefici, delle società in caserme. Come un grande regista cinematografico, in una continua alternanza di narrazione epica e racconti, Zola restituisce la drammaticità e la complessità di un grandioso affresco storico. E dietro la superficie della realtà "vista" agisce l'inquietante profondità degli istinti primordiali degli uomini e delle pulsioni sotterranee della storia.

La disfatta (Biblioteca economica Newton)