"Ho sette mesi di tempo e 450 bigliettoni per scrivere un romanzo. Mi pare piuttosto straordinario", scrive John Fante a un amico, "dentro ci sono alcune cosette che metterebbero il fuoco al culo a un lupo. Forse è un pochino troppo forte, cioè mancante di 'buon' gusto. Ma non me ne importa niente". Ebbene, questo romanzo "un pochino troppo forte" segna l'esordio di un indimenticabile eroe della letteratura del nostro secolo: Arturo Gabriel Bandini. Tenero e ribelle, ingenuo e rancoroso, Bandini è in eterno, adolescenziale conflitto con la parte di mondo che gli capita a tiro, e cambia volto e umore, spesso passando dal paradiso all'inferno, nel giro di poche righe. C'è ad esempio un Bandini-Führer che attacca un branco di granchi facendoli a pezzi impietosamente, un Bandini erotomane che si tappa con le sue riviste pornografiche nello "stanzino dei vestiti", un Bandini saccente, lettore esaltato di Nietzsche e di Spengler, che si vendica sul padrone del fetente conservificio dove lavora chiedendogli un parere sul superomismo...
La strada per Los Angeles (Einaudi. Stile libero)
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