Uno dei libri più interessanti della generazione di intellettuali che sarebbe stata di lì a poco inghiottita nel gorgo della Grande Guerra. Triestino, Slataper si trova al centro di tensioni nazionalistiche ed affettive a scrivere queste pagine in cui ripercorre le tappe della sua giovane vita. L’immersione nell’aspra natura carsica denuda un’anima che cerca di ancorarsi ad un paesaggio concreto per proseguire il proprio cammino.
Nato nel 1888 da padre di origine slava e madre italiana, dopo aver frequentato il liceo della sua città, Scipio Slataper si traferisce a Firenze dove entra in contatto con il gruppo della «Voce», periodico letterario creato da Giuseppe Prezzolini. La rivista gli pubblica le "Lettere triestine" e, come pubblicazione autonoma, Il mio carso (1912). Nello stesso 1912 cura l'edizione dell'Epistolario di T. Tasso, traduce il Diario di F. Hebbel e porta a termine la tesi su Ibsen. Si arruola volontario e muore sul Podgora nel dicembre del '15.
Nato nel 1888 da padre di origine slava e madre italiana, dopo aver frequentato il liceo della sua città, Scipio Slataper si traferisce a Firenze dove entra in contatto con il gruppo della «Voce», periodico letterario creato da Giuseppe Prezzolini. La rivista gli pubblica le "Lettere triestine" e, come pubblicazione autonoma, Il mio carso (1912). Nello stesso 1912 cura l'edizione dell'Epistolario di T. Tasso, traduce il Diario di F. Hebbel e porta a termine la tesi su Ibsen. Si arruola volontario e muore sul Podgora nel dicembre del '15.
Il mio Carso (Classici)
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