“Figura, contaminazione ed innovazione”. Queste sono le parole con cui il Maestro Luigi Voltolina definisce la sua concezione artistica, sviluppata lungo tutta la sua intensa e coinvolgente attività, la quale è stata anche costellata da positivi riscontri internazionali. Siano lavori di pittura, scultura o grafica, tutti evidenziano questo trinomio, che, a buon diritto, si può definire aulico. La figura umana, da sempre al centro dell’accademismo, si smaterializza, perde la propria consistenza classica e la propria gravità naturale per trasformarsi in forma essenziale: essa pertanto è espressa da irrequieti graffiti in movimento. Questi segni assurgono a simboli del mondo moderno fatto di caotica frenesia, velocità ed accelerazioni continue, dove l’uomo ci appare come un essenziale incrocio di linee percorso e mosso da una vibrante scarica elettrica. Il pigmento intenso ed accattivante, dai toni accesi e carichi, estremizza questa nuove forme e talvolta travalica il cromatismo, apparendoci come colpi di luce bianca e monocroma. Ad un primo colpo d’occhio, sembra di vedere fusi insieme elementi futuristici ed espressionistici; in realtà l’artista va oltre: egli coglie le istanze culturali a 360 gradi fondendole con il proprio io, in modo da creare una pittura aperta a molteplici influenze e contaminata da altre manifestazioni artistiche del genere umano (come ad esempio la musica); la tela dunque diventa un ricettacolo di sperimentalismi, idee e influssi culturali di vario genere. Nasce così un’opera lontana dall’ingessato classicismo e dalle tendenze artistiche eclettiche del momento, così da risultare rigenerata, capace di cogliere l’attimo della nostra attualità, e proiettata con slancio vitale anche verso il futuro, in modo tale che l’uomo moderno ci si possa identificare e riconoscere. Nella scultura tale euresi e tali percorsi acquistano una tridimensionalità plastica che catapulta nella dinamicità contemporanea l’essere umano, accompagnandolo con elementi propri di questa modernità: ecco apparire figure antropomorfe che camminano velocemente con la loro valigetta ventiquattrore, come fossero veri uomini d’affari visti camminare per le strade di una movimentata New York. Concludendo, Voltolina usa la sua arte per captare gli impulsi del tempo e dello spazio che lo circondano,in modo da tradurli in una testimonianza storica del mondo odierno, ma riuscendo anche a far intravedere le direttrici principali dell’arte che verrà.
Siro Perin
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