Il romanzo Suo marito occupa un posto di primo piano nell'evoluzione letteraria e nell'estetica pirandelliane. Silvia Rocella, la protagonista, è una scrittrice che si impone nella società letteraria romana. Le si affollano intorno rappresentanti del mondo giornalistico a caccia di novità e di pettegolezzi, fatui esponenti dell'ambiente letterario-mondano e soprattutto il marito Giustino, il cui principale scopo è di costruire con mille relazioni il successo della moglie. Silvia, al contrario, risponde ad una esigenza interiore di creazione artistica spontanea e disinteressata, che alla lunga creerà una distanza incolmabile col marito. Questo scarto non è soltanto casuale destino personale, ma in Pirandello si fa vera e propria scissione tra arte e vita, frattura profonda tra mondo della creazione artistica e mondo dell'utile quotidiano. Romanzo in cui si trasfondono le concezioni filosofiche ed estetiche pirandelliane, Suo marito è anche l'opera in cui Pirandello, più che in altri casi, si identifica col personaggio protagonista e col suo tormento creativo.
Pubblicato nel 1911, e non più ristampato per non offendere Grazia Deledda che si era riconosciuta in questa vicenda, Suo marito fu ripubblicato postumo, nel 1941, da Stefano Pirandello, dandone la parziale revisione compiuta dal padre con il titolo Giustino Roncella nato Boggiòlo. Il nuovo titolo alludeva al ribaltamento dei ruoli tradizionali che costituisce la vicenda - limite del romanzo, qui riproposto nell'originaria stesura, l'unica completata dall'autore. Giustino Boggiòlo, marito di una famosa scrittrice e suo press-agent, è infatti sarcasticamente denominato dagli amici col cognome della moglie. Tema portante è dunque quello, prettamente pirandelliano, della forma che mortifica il nostro flusso vitale, cioè della "parte" in cui l'individuo è fissato, inchiodato dalla società, pronta altrimenti a deriderlo e a sbeffeggiarlo. Ma il romanzo è anche un quadro satirico dell'ambiente letterario romano, fatuo e vano, occupato solo in invidiose, reciproche denigrazioni e minuti pettegolezzi, qui ritratto con divertita e maligna volontà caricaturale. Precipita in queste pagine anche una materia urgentemente autobiografica, ad iniziare dalla folle gelosia (fino omicida) di Livia per Maurizio, drammatica proiezione della malattia di Antonietta, moglie dello stesso Pirandello. Ma il gioco di specchi tra autore e personaggi si protrae: evidente doppio pirandelliano è infatti la scrittrice protagonista, Silvia Roncella, che fonda la sua poetica proprio sul concetto base di scomposizione della realtà.
Suo marito (Classici Giunti)
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