In molti mi chiedono, stupiti, perché non mi sono ancora iscritto a facebook e i motivi di questa mia riluttanza. Ho deciso quindi di riportare questo bell' articolo che delinea in maniera molto efficace alcuni di questi "perché" (momentaneamente non mi ricordo la fonte: appena la individuo la riporterò).
Il fenomeno "Facebook" è divenuto ormai una moda ossessiva, trasformandosi da un social-network ad un’anagrafe elettronica senza essere sottoposta ad alcuna normativa internazionale o nazionale. Entrare a far parte del sistema "Facebook" è una routine, mentre scambiarsi i dati della propria identità elettronica è oramai una regola non scritta, quasi obbligatoria, e non avere dati registrati equivale ad essere considerati come asociali e disadattati nella società. Facebook è l’immagine più triste di una società che non riesce a comunicare, che riduce le persone a filtrare i contatti esterni attraverso una chat globale, a parlare attraverso una piattaforma. È divenuto un giornale telematico in cui le persone sono ormai completamente ipnotizzate dai meccanismi e dai labirinti di un sistema che ha alla base delle grandi falsità. Studenti, dipendenti e professionisti restano incollati per ore alla loro pagina di Facebook per aspettare messaggi e e-mail da amici e colleghi, scrivendo ogni banalità che in quel momento pensano, partecipando agli eventi e creando gruppi di discussione. Assistiamo alla formazione di "stanze" che seguono eventi spesso di una degradante inutilità, ma anche di bande virtuali che inscenano una guerra tra di loro per il "controllo del territorio", insomma una serie di stratagemmi che hanno come scopo quello di fare degli utenti dei "ricettori di informazioni sempre accesi". Non è assolutamente esagerato dire che questo tipo di rete crea una sorta di dipendenza in chi lo utilizza, al punto che sono già tante le amministrazioni che hanno deciso inserire il sito di Facebook nelle block list, perché la maggior parte dei dipendenti perdono il loro tempo a scrivere i loro "stati d’animo" o ad inserire le proprie foto.
Nei fatti, i creatori di Facebook sono riusciti a manipolare le masse ottenendo un controllo totale e un accesso ad una base di dati infinita completamente gratuito. Nessuno era infatti riuscito, sino ad oggi, a creare una chat on-line in cui le persone scrivessero i loro veri dati, in quanto vi è sempre l’istinto a proteggere le proprie informazioni e tutto ciò che riguardi la propria identità. Le società che fanno ricerche di mercato sanno benissimo che le fasi più difficili - nonché le più costose - sono quelle che riguardano il campionamento della popolazione, in quanto le persone sono restie a comunicare i propri dati per partecipare a dei sondaggi, e molto spesso tendono a mentire suggestionati dalla paura della violazione della propria privacy. Al contrario Facebook, sulla falsa riga dell’obiettivo di incontrare o conoscere degli amici, ha spinto le persone ad inserire dati reali, e non solo le proprie generalità, ma anche i propri interessi, i propri gusti musicali, film preferiti, sport abituali, hobbies, ed ogni altra informazione da condividere con i propri amici e l’universo "FB". Stranamente, immersi in questa bolgia di utenti mitomani, le persone perdono ogni freno inibitore, e mettono a nudo la propria persona, dimenticando ogni preoccupazione sulla possibile violazione della propria privacy. La popolazione di Facebook è diventata, in questo modo, il gruppo di campionamento ideale per ogni società di ricerche di mercato, in quanto a titolo totalmente gratuito hanno accesso ad una massa di dati che può essere ritenuta attendibile e veritiera. Per ogni città sono inseriti dati per un insieme di persone che può essere ritenuto un campione rappresentativo della popolazione, per un’età compresa tra il 15 e i 40 anni, ossia la fascia di consumatori più ambita.
È ovvio che una piattaforma di questo tipo si presta facilmente a divenire un mercato che può essere sfruttato commercialmente sotto ogni punto di vista. Dopo che il "censimento" virtuale potrà dirsi completato, inizierà la campagna promozionale di prodotti, servizi, sondaggi, campagna elettorali, che in quel contesto saranno sempre ben accetti, essendo una fascia di consumatori che, per definizione, sono predisposti ad interfacciarsi con tali sistemi. Dunque, se inizialmente poteva essere un social network di utilità collettiva, in realtà è divenuto uno strumento di grande degrado umano. Viaggiando in questa intranet, ci accorgiamo che ha dato vita ad un nuovo settarismo cibernetico, dove i giovani raccontano ogni cosa di loro stessi, si scambiano messaggi, tutto questo nell’orario di lavoro. Le comunità virtuali sono state spesso manipolate per scagliare messaggi di razzismo, per insultare altre etnie, creando delle forti divisioni nei fatti, e il primo contrasto è proprio tra "utenti di facebook" e "non utenti di facebook", ossia tra il campione da classificare e quello che non viene classificato. Prende forma quello che abbiamo chiamato dimensione degli "internetiani", che hanno un proprio linguaggio e un loro modo di essere che supera l’ordinamento e la legislazione degli Stati e delle istituzioni di diritto internazionale. E’ davvero sorprendente come questa mania planetaria abbia infettato come un virus il mondo dei sognatori, che sperano di trovare la soluzione ai loro problemi costruendosi una vita artificiale, una doppia o tripla identità. Ecco i risultati di un lavaggio di cervello di massa, in cui scompaiono ogni remora ed ogni ostacolo alla violazione dei dati personali, perpetuando un’appropriazione indebita a fronte della concessione dell’accesso ad un paradiso virtuale. C’è da chiedersi invece quali sono le società che hanno creato "Facebook" e per quale motivo offrono un servizio che ha drogato le persone? E’ ovvio che dietro un sito che può sembrare di intrattenimento, si nascondono delle entità che hanno affinato così bene questi strumenti per chiuderci definitivamente in una bottiglia senza via di fuga.
6 commenti:
bello.
condivido a pieno, esco da due serate in cui facebook e stato motivo di accesa discussione...
Concordo , facebook in realtà è l'opposto di quello che sembra essere
....siamo già tutti controllati....su tutto, anche se pensiamo sempre che la ns. cd.privacy sia al sicuro....dovremmo buttare il pc fuori della finestra e forse, dico forse, un pò + di privacy ci sarebbe, xkè qualsiasi operazione è controllata....anche la semplice accensione del tuo pc domestico...
Ciao Capaso... mi hai fatto venire in mente Clementi...
Andiamo al sodo, il tuo punto di vista, sicuramente interessante, è anche uno dei più gettonati. Un pregio come un difetto: il mondo è pieno non solo di chi la pensa pro, ma anche di chi la pensa contro. Non persone insensate, capiamoci: ognuno di noi da alle cose vuole il peso che gli interessa ... nel momento che preferisce.
Detto questo, penso che hai ragione (privacy, brunetta, echelon,...) e che comunque non c'è scampo. Personalmente uso Facebook per quello che è: un bellissimo strumento che mi ha permesso di ritrovare gente che non vedevo o sentivo da oltre 20 anni. Era da tanto tempo che non vivevo emozioni del genere.
Quanto alle tue generalità, puoi fare a meno di metterle, le tue foto puoi sempre limitarti a quelle che hai già usato per chattare ...
Certo tu sei fortunato, i tuoi amici lo sanno che sei Capaso, magari gli altri potrebbero limitarsi ad inserire nome e cognome veri, giusto che si capisca chi siano insomma ... figurati che ci sono dei folgorati che si iscrivono a Facebook con nomi FASULLI!!!!
Ecco se proprio proprio vogliamo trovare un difetto a facebook ... la bacheca ... per noi italiani visceralmente incapaci di farci i cavoli propri, così pettegoli e permalosi, una bacheca così potente per il pubblico dominio è uno strumento PERICOLOSISSIMO!!!
Ma ragazzi? Qual'è il problema? Perchè siete tanto ossessionati dalla privacy? Che cos'è che volete nascondere? Di chi avete paura? ANche se fanno ricerche? ANche se fanno statistiche? Io sono sociologo e la maggior parte delle statistiche vengono fatte non per controllare ma per capire...
Facebook è uno strumento rivoluzionario che ci sta accompagnado in una nuova era. E' la porta che ci farà entrare la massa in internet e questo non può avere che risvolti positivi.
Non più televisione pilotata, tagli ai film, telegiornali comandati ma libertà di informazione e di contenuti, scambio culturale, avvicinamento virtuale solo per dire qualcosa...
L'uso che le persone fanno di facebook oltretutto non può essere così barbaramente generalizzato. C'è chi lo osa come una droga...è vero, me ne sono reso conto io stesso osservando l'approccio che hanno determinate persone....ma c'è chi lo usa come uno strumento utile, veloce e comodo per far cose o sentire persone.
Noi non siamo la generazione che non riesce a comunicare ma quella che ha più modi per comunicare e che sta lentamente imparando a usarli tutti.
Internet e in particolare i social network non si sostituiranno mai alle relazioni reali, all'interazione fisica tra le persone.
Essi danno modo di poter comunicare quando prima non lo si poteva fare.
Tutto il mormorio che ospita facebook non si sostituisce agli incontri reali ma al SILENZIO che aleggiava prima della sua nascita.
Essere contro facebook significa essere contro il progresso comunicativo...è come essere stati contro il telefono quand'esso si stava diffondendo nelle case di tutti...."Io il telefono non lo voglio perchè mi catalogano con un numero"....
Per come la penso io andare contro questo genere di cose è solo un voler essere dei falsi alternativi che si omologano alla contraddizione di tutto ciò che viene apprezzato dalla massa.
Io sono per l'uso di facebook per quello che è, uno gran strumento comunicativo e comunque credetemi...per come lo uso io statistiche sul mio conto ne fanno gran poche.
Thocas
facebook è x tutte quelle perosne ke nn sn ingrado d dire cioe ke pensanoe roba da idioti ..... _colui ke viene considerato idota xk nn usa facebbok_ hola
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