venerdì 31 ottobre 2008

Stefano Momentè

Per Stefano Momentè fare arte significa fare storia. L’artista grazie alla sua ricerca costante, crea un manufatto sensibile in grado di collegare il passato, il presente e il futuro. Per arrivare a catalizzare nell’opera d’arte tali significati così intensi, eterni e globali, il creatore deve compiere un processo culturale, frutto di una libera indagine che si concretizza grazie ad un uso cosciente dei mezzi e delle tecniche offerte dall’arte stessa. E’ chiaro perciò che il fare ricerca intellettuale per Momentè significa sconfinare nella sperimentazione continua che si avvale dell’archetipo, inteso come rappresentazione di contenuti e modelli ideali o fisici presenti nell’umanità fin dai suoi primordi.

prof. Siro Perin per il CapasoBlog

domenica 26 ottobre 2008

Paper Model - Ansaldo S.V.A.

Lo Squadrone del Kso ha oggi un nuovo elemento: un bell' esemplare di Ansaldo SVA-5. Il progetto dal quale sono partito non era molto dettagliato, ma con un po' di pazienza ho ricostruito gli interni, il parabrezza in acetato trasparente e ho realizzato con del filo di cotone nero tutti i tiranti per le ali. Alla fine è risultato un modello molto soddisfacente e lungo circa 22 cm (scala 1:36). Velocissimo ed innovativo sotto il profilo della tecnica aeronautica, lo SVA fu il primo aereo di concezione e costruzione interamente italiana. L’acronimo “SVA” deriva dalle iniziali dei cognomi Savoia e Verduzio, gli ingegneri che lo progettarono, e Ansaldo, la ditta che lo costruì in circa duemila esemplari a partire dal 1917. Impiegato principalmente in missioni di ricognizione nel corso della Grande Guerra, questo velivolo divenne leggendario tra i piloti per avere effettuato alcuni voli memorabili; primo fra tutti quello su Vienna, il 9 Agosto del 1918, compiuto dagli SVA della 87^ Squadriglia Serenissima al comando di Gabriele d’Annunzio. Nel dopoguerra, grazie alla forte determinazione dei piloti ed alla scrupolosa preparazione delle imprese, due SVA andarono da Roma a Tokio in un eccezionale volo di 18000 km, mentre quello pilotato dalla Medaglia d’ Oro Antonio Locatelli attraversò le Ande con un volo solitario. Il velivolo ritratto nel modello, appartenuto al Maggiore Giordano Bruno Granzarolo, è proprio uno di quelli che effettuarono il volo su Vienna del 1918 lanciando manifestini che invitavano l’Austria alla resa (#11721).
Un ringraziamento a Fabio per la pazienza dimostrata nel farmi le stampe di questo modello.
Altre info: http://it.wikipedia.org/wiki/Ansaldo_S.V.A.









venerdì 24 ottobre 2008

Venere di Willendorf ;-)

Guido Baldessari

Capire la mente e le sue manifestazioni… Nell’affermare questo, Guido Baldessari ha rivendicato quale è l’essenza del suo intento filosofico ed artistico. Per rappresentare questo suo concetto egli si serve della luce, che usa per ha creare sfondi neri che simboleggiano l’inconscio umano, sui quali si muovono vertiginosamente e infinitamente strane figure geometriche (iperboli, cerchi, ecc...), intese come manifestazione razionale, quasi geometrica, di questo io interiore, così da permettergli di misurare e coglierne l’immensità. Lo sguardo dell’osservatore, per penetrare tali immensità, deve perciò incunearsi dentro queste forme e roteare assieme a loro: la velocità, il colore vivo metallico, che diventa quasi un flash-back, la mutevolezza spaziale sembrano quasi rimandarci ad accenti futuristici, tanto cari al pittore.

prof. Siro Perin per il CapasoBlog

martedì 21 ottobre 2008

Oddino Guarnieri

Oddino Guarnieri è certamente uno degli artisti più importanti e valenti del panorama pittorico italiano e internazionale e per averne la conferma basta leggere la sua poderosa biografia. Durante la sua attività egli è stato vicino a maestri come Cadorin, Cesetti, Pedrocco, Vedova, Fontana, Crippa, Dova , Scanavino, e molti altri, nonché partecipe di maggiori centri di riflessione artistica dell’ultimo cinquantennio dell’arte del Novecento. Queste amicizie e queste frequentazioni, hanno contribuito ad arricchire l’arte di Guarnirei, tanto che egli stesso definisce i una sorta di percorso educativo funzionale per il suo agire.
Il suo fare artistico si fonda sulla sua necessità di dar sfogo alle sue emozioni, ai suoi sentimenti più profondi e nel tentativo di liberarsi dalle brutture della vita per giungere così al bene supremo. Per sviluppare di sua realtà interiore (afferma Guarnirei), egli non ha esitato a servirsi delle più svariare tecniche pittoriche, quali ad esempio la vigorosa gestualità espressionista o le riflessioni intellettuali dello spazialismo. Le sue opere partono perciò da un’intensa pennellata di colore sul supporto bianco, sulla quale si costruiscono, con meditata e magistrale armonia discorde delle cose, , riflessioni emotive e intellettuali, analisi sociali e disagi, espressi talvolta con forte irruenza e rotture formali. Ma da questi miasmi pigmentasi così pregni, si intravede sempre una via d’uscita: il bianco col suo respiro ci induce alla speranza.
Tale concezione intellettuale e tecnica, compare allo stato embrionale già nei primi esordi di matrice naturalistica: gli accesi cromatismi, sono fin da ora la manifestazione di un’interiorità attratta dai contrasti e dalle tematiche umane, nelle quali si intravvedono i preludi di volumetrie che saranno uno dei cardini del suo futuro fare pittorico.
Durante gli anni sessanta, le forti ed istintive gestualità usate da Vedova, nelle opere di Guarnieri, si traducono in più compositi e riflessivi esiti interiori, fusi alla contemporaneità, rappresentata da Giornali e quotidiani, e sottolineati dalla concretezza oggettuale di carte o altri materiali, che ne denunciano il pacato ma fermo intento sociale, capace di rendere visibili sentimenti, pulsioni, riflessioni, desideri, memorie dell’uomo..
Successivamente l’operare di Guiarieri si incammina verso nuovi risultati sempre più vicini alla realtà concreta di un periodo che incentra nella tecnologia fiduciose, ma talvolta idiote, speranze nel futuro. Nasce così il ciclo dei robot: dipinti in cui si catalizzano opalescenti immagini simboliche dagli argentini cangiantismi che se da un lato mostrano la relazione uomo-tecnologia, dall’altro denunciano non solo le disfunzioni di tale rapporto, ma anche le storture delle vita quotidiana.
E chiaro che questa analisi socio-culturale, viene proseguita sempre più con maggiore impegno e concretezza dall’artista, il quale giunge così a scoprire e denunciare l’ormai galoppante incomunicabilità contemporanea dell’ arte, talvolta priva di sedimentazione intellettuale e i disagi e le tensioni che essa provoca.
Gli anni settanta, vedono Guarnieri sublimare la tagliente simbologia robotica, per incamminarsi verso la geometrizzazione del colore che ora si delinea in forme semplici e primordiali che si stagliano su compatte superfici monocromatiche: si creano così degli ambienti in cui le nuove “figure” geometriche diventano simboli e strumenti di comunicazione che travalica il significato per divenire significante delle “cose “umane. Il pigmento dunque non è mai steso casualmente, ma al contrario esso é sapientemente orchestrato, per creare sovrapposizioni e accostamenti tese a dar vita a delicate velature o statici raggrumi, dal piglio purista, rotte da inattese linee che fungono da contrappunto invitano e perciò invitano ad una maggiore e più attenta riflessione interiore contenutistica, comunicativa e sociale. E attraverso lo sperimentalismo, il pittore giunge a costrutti sempre più complessi, nelle quali si intersecano immagini di giornali del tempo e assemblaggi vari. E’ proprio su questa continua ricerca si aprono gli anni ottanta: il colore steso omogeneamente sulla tela, divenendo quinta scenica, fa da sfondo al teatro della vita che scorre.
Inaugurando gli anni novanta, Guarnieri lentamente scioglie le sue opere dalla geometria e dagli stralci di contemporaneità, incentrandosi su un colore più fluido, che sembra far intravvedere un positivo sentimentalismo. La sua matrice tonale, per altro mai sopita,lentamente riemerge. Ora l’immagine concreta, deborda dai suoi limiti concreti e diventa emulsione, coagulo, calligrafismo, segno, rigagnolo di solo pigmento che racchiude in sé un’esplosione sensazioni ed emozioni. E’ chiaro che il colore, sebbene nasca dalla poderosa istintività di Guarnieri, segue disegni ideali precisi e impercettibili equilibri sia cromatici sia spaziali, che testimoniano un operare sapiente e rigoroso, mai scontato e occasionale, in grado di rappresentare le immagini dell’Io più profondo. Questa sua nuova produzione apre il secondo millennio: l’artista è intento a indagare la libertà del colore , la gioia del dipingere. Sgocciolature, macchie, sovrapposizioni e accostamenti tra velature d’acquarello e grumi dei pastelli e oli, applicazioni di sete giapponesi sono un edulcorato sfogo del pittore. Gli ultimi lavori, sebbene manifestino sempre una forte carica passionale di Guarnieri, narrano della sua ricerca tutta incentrata sui sentimenti più profondi, liberi dalla razionalità, e accarezzati da una pulsante vitalità, protesa verso il futuro.

prof. Siro Perin per il CapasoBlog

sabato 18 ottobre 2008

Paper Model - Spitfire Mk.II Iron Maiden [1/48]

Lo Squadrone del Capaso vede oggi aggiungersi un nuovo elemento: uno Supermarine Spitfire Mk.II versione Iron Maiden. Sono infatti riuscito a realizzare un modello di questo famoso caccia della Seconda Guerra Mondiale in una versione tributo ad uno dei miei gruppi musicali preferiti che tempo fa aveva dedicato un brano agli assi volanti. Il modello è in scala 1:48 e risulta lungo circa 23 cm, non è molto particolareggiato, ma la costruzione non è stata delle più facili soprattutto per il fatto che la fusoliera è costituita da un unico pezzo decisamente difficile da modellare. E' pilotato da Eddie, la moscotte degli IM, come si può vedere dal fregio a fianco della carlinga ed il numero di serie del velivolo è IM666: davvero bestiale! Wikipedia contiene una bella voce, interamente in italiano, su questo velivolo inglese:
http://it.wikipedia.org/wiki/Supermarine_Spitfire







Riporto il testo del brano Aces High contenuto nell'album Powerslave.


There goes the siren that warns of the air raid
Then comes the sound of the guns sending flak
Out of the scramble we’ve got to get airborne
Got to get up for the coming attack

Jump in the cockpit and start up the engines
Remove all the wheel blocks there’s no time to waste
Gathering speed as we head down the runway
Gotta get airborne before it’s too late

Running, scrambling, flying
Rolling, scrambling, diving, going in again
Run, live to fly, fly to live, do or die
Run, live to fly, fly to live, Aces high

Move into fire at the main streamof bombers
Let off a sharp burst and then turn away
Roll over, spin round and come in behind them
Move to their blind sides and firing again

Bandits at 8 o’clock moving behind us
Ten ME-109’s out of the sun
Ascending and turning our Spitfires to face them
Heading straight for them I press down my guns

Rolling, turning, diving,
Rolling, turning, diving, going in again
Run, live to fly, fly to live, do or die
Run, live to fly, fly to live, Aces high

domenica 12 ottobre 2008

Paper Model - Uccelli vari

Finalmente sono riuscito a scattare alcune foto degli ultimi modelli di carta che ho realizzato: due esemplari di non so che bestie volatili, molto colorati e facili da costruire. La particolarità di questi paper model è che le texture appiccicate alla sagoma 3D sono delle vere e proprie fotografie del soggetto al naturale e, come si può vedere dalla immagini, questo conferisce un elevato livello di realismo.
Sono recuperabili all'indirizzo http://www.raspera.com/.







sabato 11 ottobre 2008

Italo Svevo - Senilità [1898]


Da molti considerato il capolavoro di Italo Svevo, Senilità ebbe un parto travagliato. La prima edizione venne praticamente ignorata non solo dai grandi critici del tempo ma anche dai lettori che non la consideravano un'opera degna di nota. Solo grazie alla rilettura di James Joyce, che la considerò un capolavoro e ne impresse il proprio parere favorevole, Senilità incominciò ad essere apprezzato pian piano fino a diventare il bastione dell'opera letteraria dello scrittore di Trieste. Tratta della storia di Emilio Brentani, un impiegato di trentacinque anni che, famoso in città per aver pubblicato un romanzo, cerca di sfuggire alla monotonia della propria esistenza attraverso un'avventura sentimentale con una ragazza del posto. Non è però convinto della sua scelta perchè ha l'idea di ricercare una carriera folgorante e vasta, la frequentazione di Angiolina lo travolgerà di passione nonostante i ripetuti tradimenti della ragazza. Il turbine dell' innamoramento per la ragazza coinvolgerà anche il miglior amico e confidente di Emilio (Stefano Balli) a sua volta vittima dell' innamoramento della sorella del protagonista, una ragazza zitella che pian piano riuscirà a scoprire i piaceri dell'eros. Tutto il romanzo, che è cronaca interiore della vicenda amorosa di Emilio, rispecchia una ricerca di analisi psicologica dei quattro principali personaggi che si intrecciano nelle varie storie. Termina con la morte della sorella di Emilio che scatena nel protagonista una sorta di rivisitazione della propria esistenza: lascia Angiolina, che non ha mai smesso di tradirlo con uomini amorali e privi di scrupoli, e ritorna alla solitudine che lui vive come quiete, tranquillità e solidità della propria vita. Questo romanzo, che può in un certo modo essere visto come anticipatore delle teorie del più grande psichiatra, è influenzato (o almeno sembra) da alcune correnti filosofiche dell'Ottocento (Schopenhauer e Nietzsche) e legge l'eros come elemento di disgregazione delle classi civili della società. Scritto in un linguaggio diretto, vicino al parlato quotidiano, rispecchia un modo di essere acquisito con la frequentazione dei salotti alto-borghesi della Trieste dell'Ottocento, importante nodo marittimo dell'Impero e crocevia di culture mediterranee, Mittel-Europee ed orientali.

Senilità. Ediz. integrale (Grandi tascabili economici)

venerdì 10 ottobre 2008

John E. Steinbeck - Furore [1939]


In questi giorni ho sentito spesso rievocare lo spettro della Grande Depressione che colpì gli Stati Uniti negli anni '30 e fare continui riferimenti alla nefasta crisi finanziaria che investì tutto il globo. Ho sentito quindi il desiderio di rileggermi un capolavoro di quegli anni ad opera di J. Steinbeck che dipinge in modo estremamente realistico i drammi vissuti in quel periodo. Questo romanzo, considerato la punta di diamante del realismo americano, narra l'odissea della famiglia Joad, una famiglia di contadini costretta dalla miseria e dalla fame a lasciare l'Oklahoma per raggiungere la lontanissima California alla ricerca angosciosa di un lavoro e di un posto dove vivere, è una vera propria esplorazione dell'inferno: l'inferno sociale e morale di un'America stremata, in cui pochissimi profittatori accumulavano sporche fortune grazie allo sfruttamento inumano e violento di masse sempre più grandi di agricoltori e mezzadri ridotti sul lastrico; e in cui ogni tentativo di ribellione veniva soffocato nel sangue da un potere che la malavita andava velocemente e massicciamente sottraendo agli organi istituzionali. La sconfitta dei Joad e di Tom, il figlio più consapevole e coraggioso, è una sconfitta sena riscatto, che tuttavia lascia intravedere, nelle forme di spontanea e irriflessiva solidarietà capaci di svilupparsi tra le vittime, la traccia ancorché labile di una speranza: esigua, certo, e rischiosa, e persino patetica; ma comunque ferma a testimoniare, pur dentro l'inferno, una ineliminabile possibilità di bene. La scena finale di questo romanzo è una di quelle che più, in assoluto, mi hanno colpito.

Furore

sabato 4 ottobre 2008

Paper Model - Getter 2

Finalmente ho dato alle stampe (o meglio alla stampante...) i template definitivi dei pezzi per realizzare il modello del Getter 2. Questo progetto è stato mutuato da un vecchio disegno giapponese che ho trovato nei miei enormi ed ormai ingestibili archivi di paper models, ed ho come al solito suddiviso i pezzi in base al colore e semplificato alcuni particolari un po' complicati. Il modello risulta a fine montaggio alto circa 50 cm. Per le istruzioni ho realizzato alcune foto con evidenziati i numeri dei pezzi: spero siano sufficientemente chiare. L'unico accorgimento che mi sento di sottolineare è di prevedere una abbondante dose di colla per il fissaggio dei piedi, in quanto, essendo il modello abbastanza alto, si rischia di non riuscire a mantenerlo in verticale e dopo tutto il tempo che si investe per realizzarlo è proprio fastidioso vederlo cadere per terra! Ogni errore o imprecisione segnalatami è cosa molto gradita, così come tutti i commenti che vorrete inviarmi. Enjoy!








Riporto le istruzioni per il montaggio.


mercoledì 1 ottobre 2008

Tabella alcolemica veneziana

Ecco come è stato recepito l'obbligo di esposizione delle tabelle alcolemiche in Veneto: