sabato 7 giugno 2008

F. W. Nietzsche - Umano, troppo umano [1879]


Il tema principale di questa raccolta di aforismi è lo spirito libero. Libero è lo spirito quando pensa diversamente da quello che, secondo il suo sviluppo storico, l'ambiente, le opinioni dominanti del tempo, dovrebbe pensare. Egli è l'eccezione e non importa se gli spiriti schiavi lo rimprovereranno. Il concetto di libertà spirituale è però negativo: non è proprio degli spiriti liberi avere idee giuste, quanto piuttosto l'essersi sbarazzati di una tradizione; essi vogliono delle ragioni, mentre gli altri si accontenteranno della fede. Per quanto la prima edizione dell'opera sia dedicata a Voltaire, lo spirito che la anima è lontano dall'illuminismo: questo ha fiducia nella ragione, per Nietzsche invece tale fiducia è un mito sorto dalle esigenze di determinate situazioni storiche e di determinate necessità pratiche. La morale e la religione devono essere superate, poiché solo elevandosi sopra di esse è possibile comprenderle. L'arte è una finzione ipocrita e menzognera, da commedianti, la musica un veleno dello spirito. Storia, morale, religione, arte però devono essere sperimentate perché la vita diventi strumento del conoscere e sia possibile raggiungere la saggezza. Il Genio è un mistificatore, è il grande commediante che presenta l'apparenza sotto veste di realtà. Quest'ultima affermazione offese Wagner, che rispose con parole amare sulle «Bayreuther Blatter». Ma Wagner, che aveva ormai scritto il Parsifal, aveva assunto una posizione religiosa e mistica agli antipodi di quella nietzschiana.
Lo spirito libero non può trovarsi sulla terra che nella condizione di un viandante in perenne errare, non per raggiungere una meta, poiché questa non esiste, ma per tenere gli occhi bene aperti su tutto quello che gli si presenta nel mondo, e non può lasciare quindi che il suo cuore si leghi troppo salda mente a una cosa sola. Lo spirito libero sottopone ad una analisi i sentimenti morali e religiosi e spiega gli uni e gli altri senza bisogno di ricorrere alla cosa miracolosa degna di una omerica risata. Con questa impostazione Nietzsche abbandona definitivamente Schopenhauer. L'analisi dei sentimenti morali va attuata mediante l'osservazione di ciò che è umano e non divino e va integrata alla conoscenza e sfata pregiudizi secolari. Soprattutto sfata il pregiudizio sulla libertà e quelli della colpa e della responsabilità da esso derivati. La conoscenza della storia di un delitto, delle sue motivazioni psicologiche e sociali, dimostra che il suo artefice il più delle volte è stato costretto ad agire come ha agito, quindi punendolo puniremmo l'eterna necessità. L'analisi storica dei sentimenti religiosi è altrettanto dissacrante di quella sulle altre idee tradizionali: la religione è una abitudine barbara che mira ad avvilire l'uomo.
Nietzsche applica la sua prospettiva critica anche alla vita sociale: donna, matrimonio, moda, ecc. e alla nuova cultura. Dall'indagine sull'origine antropologico-psicologica e giuridico-politica dei comportamenti morali che troviamo in questi volumi, se ne ricava che la morale contribuisce, costringendo l'uomo a vergognarsi dei suoi istinti e a ricacciarli nel profondo, allo sviluppo di una civiltà fondata sul conflitto intrapersonale ed interpersonale e sulla menzogna personale e collettiva, e perciò di una società malata alle radici.

Umano, troppo umano: 1 (Piccola biblioteca Adelphi)

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