domenica 27 settembre 2009

Transformers [2007]


Oggi finalmente mi sono deciso a guardare un film che da parecchio tempo avevo in programma di gustarmi: Transformers di M. Bay. Penso sia superfluo sottolineare l'eccezionalità degli effetti speciali e l'avvenenza della protagonista femminile, ma voglio comunque dire che, a mio modesto parere, è uno dei migliori film di fantascienza prodotti negli ultimi anni. L'unica pecca è forse la scarsa aderenza con i personaggi del vecchio cartone animato dal quale ha preso spunto, soprattutto per quanto riguarda i suoni che accompagnavano le trasformazioni dei mecha. In ogni caso mi ha talmente entusiasmato che quasi quasi ci scappa anche un paper model a tema...

sabato 26 settembre 2009

A. Hitchcock - Psycho [1960]


Oggi sono riuscito a trovare il tempo per guardarmi un capolavoro del pingue Alfredo Hitchcock: Psycho del 1960. Devo dire che mi è proprio piacuto e che la fama che accompagna questo film è decisamente meritata. Forse mi guarderò ache il sequel Psycho 2 del 1983.

domenica 20 settembre 2009

Paper Model - Yamato Space Battleship

Con questo super-post voglio documentare l'ultima mia fatica cartaceo-modellistica. Sono particolarmente soddisfatto di questo modello, soprattutto perché sono ritornato ai soggetti che più mi diverte realizzare e con i quali ho iniziato ad avventurarmi nel colorato mondo dei papermodel ovvero soggetti tratti dai cartoni animati della mia infanzia (quando tornavo a casa da scuola e guardavo la TV mangiando panini con la Nutella...bei tempi!). Si tratta in questo caso della famosissima corazzata Yamato (Argo) della serie StarBlazers, della quale quest'anno ricorre il 30° anniversario della prima trasmissione (ottobre 1979). Il modello è veramente possente e misura circa 85cm. La costruzione non è stata particolarmente complicata, solamente gli armamenti sono stati un po' noiosetti: ci sono 35 elementi tra torrette con cannoni e mitragliatrici. Per questo modello ho inoltre deciso di documentarne passo passo la realizzazione, riportando le foto dei momenti salienti della costruzione, anche perché non ho trovato nessuno in rete che lo abbia realizzato o quantomeno abbia pubblicato qualche fotografia decente. Ho anche esposto il disegno del Capitano Avatar autografato da L. Matsumoto, ideatore della serie.
Wikipedia contiene un bellissimo topic sulla Yamato:
http://en.wikipedia.org/wiki/Space_Battleship_Yamato
http://it.wikipedia.org/wiki/Star_Blazers
Per chi fosse interessato, ho anche aperto una discussione sui paper model dei cartoni animati sul forum Mazinga-World, dove si incontrano tantissimi appassionati di anime e cartoons:
http://www.mazinga-world.com/forum/index.php?topic=2795
Infine un doveroso e sentito ringraziamento a Fabio per avermi aiutato a sistemare e stampare i fogli di questo modello.

















Inizio montaggio dello scafo


Scafo completato


Ponti di coperta


Torrette pesanti


Torrette pesanti montate


Torre di comando


Torre di comando e ciminiera montate


Torrette leggere


Torrette leggere, rockets, pinne, timone montati


Armamento di bordata




Particolare sotto scafo


Modello terminato

sabato 19 settembre 2009

Capitan Harlock - L'Arcadia della mia giovinezza [1982]


Oggi sono riuscito a guardarmi per intero un bellissimo film di animazione realizzato diversi anni fa, del quale avevo visto solo alcuni spezzoni in varie epoche diverse. Si tratta del lungometraggio del maestro Leiji Matsumoto che dà inizio alla saga del famoso Pirata Spaziale Capitan Harlock: L'Arcadia della mia giovinezza.
Wikipedia contiene una voce per questo anime:

domenica 13 settembre 2009

Bruno Prota

L’Io artistico di Bruno Prota non si inserisce in una corrente pittorica predeterminata ma si esprime con una identità propria ed originale avvicinandosi da una parte a quella che possiamo definire pittura realistica, in quanto sono narrate squarci di realtà quotidiana, e dall’altra alla pittura socializzante intesa come narrazione simultanea di soggetti, fenomeni, fatti, azioni ed avvenimenti che verosimilmente accadono nel medesimo istante: nasce così una rappresentazione corale ed al contempo fantasiosa, da cui emerge ogni singola voce. E’ chiaro che il protagonista principale di questa plausibile coralità non può che essere l’Uomo: egli popola numeroso tutti gli spazi della scena, dando vita a una sorta di variopinto e caotico carnevale, nel quale appare nei momenti più comuni, più colloquiali, più conviviali, e talvolta anche banali, che vive o compie. Ma questo archetipo di uomo, proprio perché attore principale di una rappresentazione non più reale, si trasforma anch’egli in un metafisico manichino costituito da forme e volumi geometrici generati dal riverbero delle masse di pigmenti cangianti ed accesi, atteggiandosi in pose rigide e contratte e indossando colorate maschere. Egli perciò si trasforma in un attore di un sovraffollato teatro pirandelliano il quale riversa sul dipinto una consistente velatura d’ironia e caricaturalità. Anche il paesaggio, sia esso interno o esterno, contribuisce ad accentuare questo immaginifico racconto delle molteplici vicissitudini umane: esso da un lato viene dipinto come le partiture degli affreschi medievali, in cui coesistono molteplici scene, anche di diversi momenti temporali, all’interno dello stesso tema rappresentato; dall’altro il contesto ambientale perde la sua peculiarità pittorica e valenziale per divenire quinta teatrale sulla quale compaiono solo pochi e semplici simboli della contemporaneità odierna, come cartelli stradali o insegne, ma sufficienti a creare una minuta e funzionale cornice spazio-temporale. L’istanza socializzante è dunque una tematica importante per l’opera di Bruno Prota, ma non è la sola: proprio per non rimanere limitata al solo dato descrittivo, fine a se stesso, essa viene accompagnata dall’esigenza di stabilire una comunicazione tra l’uomo che guarda il dipinto ed il soggetto raffigurato. Per dare vita a tale operazione, l’artista si avvale di tre diverse modalità. La prima è l’uso di una metodologia narratologica che struttura il quadro come una sorta di romanzo costruito non sulla scrittura, ma sull’immagine: lo spettatore partendo dal titolo, che diviene perciò fondamentale, prosegue con l’osservazione e la comprensione della vicenda principale e delle sue digressioni, per giungere infine alle proprie riflessioni. La seconda si incentra sui continui rimandi, soggettuali o pittorici, alla storia dell’arte, inseriti dall’artista nei suoi quadri: si spazia dalle avanguardie, come il costruttivismo russo, alla pittura italiana del Novecento, all’opera di M. Chagall, tutti fattori determinanti per valorizzare maggiormente l’impianto contenutistico. La terza modalità è il tentativo dell’artista di coinvolgere visivamente lo spettatore e farlo diventare, senza che questi se ne accorga, parte integrante della recita, usando svariati artifici tecnici quali ad esempio l’impiego di tele dalle grandi dimensioni, lo scambio di sguardi tra il fruitore ed i manichini, molti dei quali guardano direttamente chi li osserva dal mondo reale, ed il rialzamento delle prospettive del palcoscenico su cui essi interpretano la loro storia, aggettandoli verso lo spettatore. E’chiaro che l’opera di Bruno Prota è molto complessa e articolata: egli non si limita solamente a dipingere per il solo gusto di farlo o per un riduttivo dato descrittivo, ma, inserendo nei suoi dipinti una quantità così elevata di elementi sensibili, vuole sollecitare l’intelletto di chi osserva, attraverso la fantasia e la curiosità. Una sorta di volontà educativa dunque, espletata attraverso l’esercizio dell’arte e basata sulla crescita morale e conoscitiva in cui nessuno è maestro e tutti imparano.

Siro Perin

venerdì 11 settembre 2009

Paper Model - Video #1

Visto che in molti mi chiedono in che modo realizzo i miei paper model ho deciso di riportare nel blog questo video che ritengo molto esplicativo: viene realizzato un semplice cubo, ma compiendo tutte le operazioni che di solito si eseguono per realizzare un bel modello.
Buona visione.



domenica 6 settembre 2009

Paper Model - Cavaliere Inglese del 1416

Da molto tempo volevo realizzare una replica cartacea di qualche soggetto medievale e in questi giorni ho messo in pratica l'intento. Ecco terminato un bellissimo cavaliere inglese completo di armi e corazza. Il soggetto ritratto in questo paper model è datato 1416, subito dopo la battaglia di Agincourt tra Inglesi e Francesi, durante la Guerra dei Cent'anni. Un dettaglio molto suggestivo è sicuramente la presenza degli stemmi araldici di Re Enrico V d'Inghilterra, che danno un bel tocco di colore all'armatura altrimenti grigia e monotona. Il modellino non è snodabile (si può solo sfilare l'elmo) ed è alto circa 35 cm. Per realizzarlo ho impiegato circa 3 serate di lavoro tranquillo.













venerdì 4 settembre 2009

Il Meccanismo di Antikythera

Discutendo con i miei colleghi al ritorno dalle ferie estive, si sono toccati vari argomenti e ad un certo punto è saltato fuori il Meccanismo (o Orologio) di Antikythera. Con questa locuzione viene identificato un antichissimo calcolatore meccanico realizzato intorno al 150 a.C. dai greci. Nel 1901 alcuni pescatori di spugne in una delle loro immersioni nei fondali intorno all'isola di Antikythera ritrovarono i resti di una nave greca affondata e nel carico da essa trasportato recuperarono anche uno strano e misterioso blocco costituito da varie ruote dentate, alcune delle quali ricoperte di incomprensibili incisioni. Il mistero rimase insoluto fino al 1951 quando il professor Derek de Solla Price riuscì a capire di cosa veramente si trattava: di un sofisticato congegno meccanico in grado di riprodurre i moti del Sole e della Luna. Siamo quindi di fronte al calcolatore meccanico più antico della storia e se si pensa che i primi orologi meccanici realizzati in Occidente risalgono al 1800 questo ritrovamento è veramente sbalorditivo! Tra i molti componenti che costituiscono il dispositivo si trovano varie ruote che riproducevano il rapporto di 254:19, per ricostruire il moto della Luna in rapporto al Sole, tenendo in considerazione il fatto che la Luna compie 254 rivoluzioni siderali ogni 19 anni solari. Un'altra straordinaria caratteristica è la presenza di un differenziale meccanico (che si trova in tutte le odierne automobili), oggetto concepito e prodotto in modo maturo solo nel 19° secolo. La scoperta e la comprensione di questo affascinante manufatto fa riflettere sull' elevato livello scientifico e tecnologico raggiunto dagli antichi greci e su come l'oblio generato dalla caduta del mondo classico abbia nascosto per così tanto tempo le testimonianze di questo straordinario sapere.
Alcuni links interessanti:
http://it.wikipedia.org/wiki/Macchina_di_Anticitera
http://www.antikythera-mechanism.gr/