domenica 30 novembre 2008

Emile Zola - L'Ammazzatoio [1877]


Romanzo che esplora i costumi del popolo, la vita del proletariato ai tempi di Napoleone III, L'Ammazzatoio è ancora riconosciuto come uno dei capolavori di Emile Zola. Una storia di amore e morte incentrata sulla figura di Gervaise, lavandaia e poi stiratrice, il cui impossibile riscatto dalla miseria si riflette nel destino di uomini consumati dall'alcool e dall'indigenza nel quartiere della Goutte-d'Or, brulicante cosmo popolare che risulta alla fine l'autentico protagonista della vicenda. L'Assommoir (Il Mattatoio) del titolo, l'osteria-scannatoio, ne è insieme l'epicentro e il luogo di più marcata connotazione simbolica: tutti prima o poi vi arrivano, sognando di evadere ma in realtà innescando il processo della propria autodistruzione. Il vino, la baldoria, la prostituzione del corpo e dell' anima sono le chimere di una classe che paga fino all' olocausto il prezzo della modernizzazione capitalistica, il costo di una rivoluzione industriale che ha necessità di trasformare gli individui in merci, in una condizione di totale dipendenza economica. Zola, padre del naturalismo, indaga quel mondo con l'occhio impassibile dello scienziato ma la sua pagina ribolle di gerghi e di lingua viva, è animata dagli estri di un'immaginazione visionaria. Un esempio che segnerà i maestri del realismo moderno, i testimoni di vita nera, da Maupassant a Verga, a Céline.

L'ammazzatoio (Biblioteca economica Newton)

sabato 29 novembre 2008

Corso FSE sui Sistemi Fotovoltaici


Volevo segnalare questa iniziativa valida nella Regione Veneto, relativa alle energie alternative ed in particolar modo al fotovoltaico.

Questo progetto ha l’obiettivo di sviluppare le conoscenze possedute al termine degli studi secondari superiori al fine di garantire al sistema produttivo un’adeguata disponibilità di risorse umane ad un livello adeguato di professionalizzazione.
Punta ad assicurare ai partecipanti un concreto e veloce inserimento lavorativo, nonché la loro mobilità nel mercato del lavoro. Risultato formativo diretto della presente attività formativa è dare una preparazione ai corsisti nei campi dell’ innovazione tecnologica perché possano essere impiegati nella individuazione e analisi di fonti energetiche a risparmio e nello specifico alla progettazione di impianti con un’attenzione particolare ai sistemi fotovoltaici.


Altre info: http://www.issm.it/corsi-fse/veneto/mestre/fotovoltaico-fse/index.html

sabato 22 novembre 2008

Paper Model - NGE Eva00 Proto - Head

Oggi ho realizzato la testa della Macchina da Combattimento Umanoide Multifunzione - Unità Eva00 nella versione prototipo. E' stato un lavoro abbastanza complicato, tanto che non so neanche se avrò voglia di completare tutto il modello, anche se a costruzione ultimata dovrebbe risultare una realizzazione molto interessante: vedremo.

H.P. Lovecraft - I miti di Cthulhu


Questo volumetto in particolare raccoglie alcuni racconti scritti tra il 1917 e il 1935, selezionati dai curatori Gianni Pilo e Sebastiano Fusco perché particolarmente rappresentativi dell'evoluzione del ciclo lovecraftiano. Vediamo infatti come il concetto dei Miti parta dalla raffigurazione di mostri derivanti da una distorta mitologia tradizionale per formare via via un pantheon sempre più definito di orrori cosmici e ultra dimensionali, che racchiude la storia lunga milioni di anni di intere civiltà pregresse a quella dell'uomo. Molte storie si ambientano nella terra natale dello scrittore, il New England, e in particolare nella cittadina immaginaria di Arkham, ma dietro la facciata di apparente normalità delle colline e delle ridenti cittadine di provincia si nascondono gli echi dei Grandi Antichi, creature senza tempo al servizio di divinità blasfeme. In generale l'atmosfera che si respira nei numerosissimi racconti del Ciclo di Cthulhu è quella di una realtà popolata da entità di infinito potere e terribile malignità che attendono oltre la soglia della conoscienza e della percezione umana. L'orrore si sviluppa dal contatto con esseri completamente alieni alla concezione umana, la cui stessa natura spesso è quella di annientare l'uomo. Nei racconti del Solitario di Providence (così viene soprannominato l'autore, in riferimento al suo luogo natale) la sola consapevolezza dell'esistenza di questi dei, antichi più della Terra, può portare alla pazzia Chi entra in contatto con gli orrori legati a questi Miti, se anche per qualche fortuito caso sopravvive, verrà perseguitato per tutta la vita da orribili visioni e ricordi delle sue terrificanti esperienze.

I miti di Cthulhu (Biblioteca economica Newton)

giovedì 20 novembre 2008

Nec IR Remote Control

Questo progetto risponde all’esigenza di decodificare ed utilizzare i codici prodotti da telecomandi IR che adottano la codifica NEC Trasmissione Format.
Questo tipo di codifica è attualmente implementato nei chip PD6121/6122 e consiste in una variante di modulazione PPM della portante IR a 38KHz. Il frame di trasmissione tipico è il seguente:


Per il sincronismo viene sfruttata una particolare configurazione dell’uscita (Leader Code) che consente al ricevitore di individuare l’inizio del bit-stream, mentre il treno di bit contiene, nell’ordine, il Custom Code (8 bit), una versione manipolata dello stesso (Custom Code’ di 8 bit), il comando associato al pulsante premuto (Data Code), ed infine la versione negata del data code (Data Code’) entrambi lunghi 8 bit. La modulazione impiegata è una PPM applicata ad una portante IR di 38KHz, se tutto il dispositivo è connesso ad un risonatore ceramico a 455KHz ed ogni impulso ha la durata di 0.56ms. Il frame prodotto durante la pressione ed il rilascio di un tasto è il seguente:


La forma d’onda prodotta al rilascio del tasto è quella contrassegnata con (2) ed ha la stessa durata del frame contenente i campi informativi e cioè di 108 ms.
Nel dettaglio la struttura (1) consta del Leader Code e dello stream PPM costituito da 24 bit individuati dalla posizione temporale degli impulsi prodotti dal modulatore e precisamente 1,125 ms per un ”1” e 2,25 ms per uno “0”.


La sequenza viene infine terminata da un impulso di stop che permette di individuare il ventiquattresimo bit.


Il Leader Code nel dettaglio è costituito da un livello alto persistente per 9 ms e da un livello basso immediatamente successivo di durata 2.25 ms.


La portate IR è generata internamente dal chip ed ha la forma d’onda riportata nella figura seguente. Tale segnale può pilotare direttamente la base di un BJT per il drive del Led trasmettitore IR.


Per quanto riguarda la definizione del Custom Code e l’assegnazione dei comandi ai vari tasti si rimanda alla documentazione originale NEC e precisamente al documento: “U10114EJ6V0DS00”. Il progetto in questione consiste in un microcontrollore Atmel provvisto di core AVR con collegato al pin INT0 l’uscita di un sensore IR tipo TSOP1838, o equivalente, ed un PC con porta RS232 per visualizzare l’output.


Per la decodifica del segnale PPM si è usato un contatore interno al uC, i cui segnale di start e stop/reset sono comandati dagli impulsi che provengono dal sensore IR. Il contatore incrementa il suo valore con una frequenza tale da consentire al bit di peso 4 di trovarsi nella condizione 0 se il tempo tra due impulsi consecutivi è minore di 2,25 ms, nello stato 1 se l’intervallo di tempo è superiore. Inoltre si è provveduto ad una ulteriore analisi del segnale proveniente dal sensore IR al fine di individuare con esattezza la presenza del Leader Code di inizio sequenza stimando la durata dei primi due livelli del frame. Il treno di impulsi PPM afferisce al pin di interruzione INT0 della MCU e quindi tutta la procedura di decodifica risulta indipendente dal normale flusso del programma, essendo tutto il codice inserito all'interno di una ISR.

domenica 16 novembre 2008

Giuliano Negretto

Giuliano Negretto infonde alle sue pitture una dimensione prettamente filosofica. Il colorismo, fluttuante e libero, si unisce allo spazialismo, e talvolta ad altri elementi, per divenire identificazione moderna del conoscere e del sapere. Le armonie, i calligrafismi e le raffinatezze soggettuali, fondendosi a quelle concettuali, evidenziano la profonda dimensione etica e culturale dell’artista, volta a decodificare il mondo attraverso l’impronta pacata, ma puntuale, dell’intellettualità. Si osservi “La città ideale”, opera che si ispira al titolo della mostra, in cui la rappresentazione concentrica del colore, ci fa balenare subito alla mente il concetto, e soprattutto il bisogno, di una città a misura d’uomo dove tutti i problemi contingenti siano risolti.

prof. Siro Perin per il CapasoBlog

sabato 15 novembre 2008

Aforisma 23

Il più grande sia colui che saprà essere solitario, celato, il più appartato, l'uomo al di là del bene e del male, il signore delle sue virtù, che sarà traboccante di volontà. Grandezza dovrà chiamarsi l'essere tanto molteplice quanto uno, tanto esteso quanto pieno.

F.W. Nietzsche - Al di là del bene e del male

martedì 11 novembre 2008

Italo Svevo - La coscienza di Zeno [1923]


Zeno Cosini decide di intraprendere una terapia per liberarsi dai problemi e complessi che lo affliggono. Lo psicanalista, chiamato nel libro Dottor S., gli consiglia di scrivere un diario sulla sua vita, ripercorrendone gli episodi salienti. Ricostruendo le tappe della sua inconcludente esistenza, emerge la snervante lotta con la sua coscienza. Delinea la figura di un uomo “inetto” alla vita, “malato” di una malattia che spegne ogni impulso all’azione e qualsiasi slancio vitale o ideale. La malattia gli appare come la condizione normale dell’esistenza; ogni suo male deriva da questa. Uno dei suoi problemi è l’incapacità di smettere di fumare. I tentativi di astenersi dall’accendere una sigaretta, oltre che essere vani, rappresentano lo sforzo inutile di raggiungere la posizione di buon marito, buon padre, valido uomo d’affari, che il protagonista ritiene vincenti nella vita. Crede che se riuscirà a smettere di fumare tutto cambierà. La sua è una corsa incessante verso quella che pensa essere la vera esistenza e la “salute”. Zeno è in realtà incapace di sentirsi a suo agio in qualsiasi situazione. Vi è un abisso tra le sue intenzioni, ragionate e analizzate criticamente, e i comportamenti effettivi, privi di volontà e contenuti veri. Mentre agisce per conseguire un risultato ne ottiene un altro. Un esempio ne è il suo matrimonio. Zeno si innamora di una delle tre sorelle Malfenti, la bella Ada, ma si ritrova a sposare passivamente quella meno desiderata, Augusta. L’aveva immaginata bellissima, ma quando la vede per la prima volta ne rimane deluso. Solo in seguito la “bruttezza” di Augusta viene ridimensionata da Zeno e comprende che quella donna, sposata in seguito al rifiuto delle due affascinanti sorelle, sarebbe stata l’unica possibile compagna della sua vita.
Il sincero affetto che comincia a provare per lei, ma forse molto di più la sicurezza e la comodità della vita familiare, lo legano ad Augusta, ma non gli impediscono di stringere una relazione con un’altra donna. Altro tema fondamentale è il difficile rapporto con il padre, fatto di silenzi e di incomprensioni sin dall’infanzia. Il padre è scontento del modo di vivere incostante, arrendevole e ozioso del figlio e della sua incapacità di trovare una collocazione nella società. Prima della morte del genitore, Zeno riceve da questi uno schiaffo che non saprà mai spiegare se dovuto all’incoscienza della malattia o alla volontà vera di punirlo. E’ un interrogativo che lo perseguiterà fino all’ultimo dei suoi giorni.
Questo libro è una pietra miliare della nostra cultura letteraria. Quando apparve nel 1923 non fu accolto in maniera benevola risentendo delle polemiche intorno alle idee di Freud. Svevo si interessò molto alla psicanalisi freudiana, ma il suo interesse fu caratterizzato da uno spirito polemico e ironico verso questa disciplina. Solo successivamente, anche grazie alle sollecitazioni di Joyce, La coscienza di Zeno si impose all’attenzione della critica italiana.
Un libro su cui riflettere, un viaggio descritto in maniera ironica e divertita nell’inconscio di un uomo da cui traspaiono ambiguità, contraddizioni e sensi di colpa.

La coscienza di Zeno (Oscar classici moderni)

domenica 9 novembre 2008

Change (?!)

Ora che i clamori dell' elezione di Barack Obama si sono un po' smorzati, tutti si chiedono (o dovrebbero chiedersi...): cosa farà l' Abbronzatissimo durante il suo mandato?

Cancellerà il debito pubblico degli americani?!
Abolirà l’istituzione privata della Federal Reserve e comincerà a battere moneta in nome del popolo americano?!
Ritirerà le truppe dall'Iraq e Afghanistan?!
Provvederà a demilitarizzare la sua nazione e le nazioni colonizzate?!
Impedirà alle banche commerciali di creare moneta dal nulla?!
Riuscirà a fermare le strutture sovranazionali delle Corporations?!
Farà vendere il petrolio anche in altre valute?!
Arresterà il processo di questo capitalismo degenerato e fuori controllo?!
Aprirà un nuovo tavolo delle nazioni per creare un sistema economico fondato sulla realtà produttiva e non sull’ aria fritta di Wall Street?!
Limiterà l’estensione del diritto alla proprietà sugli organismi viventi?!
Prenderà seri provvedimenti per salvaguardare l’ecosistema?!
Rimuoverà dalle nostre città i milioni di telecamere installate dopo l’11 settembre?!
Ci permetterà di prendere con tranquillità un aereo senza subire le frustrazioni delle ristrettissime norme anti-terrorismo?!
Si occuperà seriamente per far luce sulla strage delle Torri Gemelle?!
Si impegnerà per la garanzia della sovranità alimentare?!
Si dedicherà allo sviluppo e alla distribuzione di energia rinnovabile, non inquinante e gratuita?!
Limiterà il potere politico delle istituzioni religiose per facilitare l’emancipazione consapevole degli esseri umani?!
Valorizzerà il diritto alla vita con la distribuzione del reddito di cittadinanza?!
Si adopererà per la realizzazione di un sistema fiscale a dimensione di essere umano dove i prezzi dei beni restino costanti?!
Offrirà l’opportunità ad ogni essere umano di poter avere un tetto e un pezzo di pane?!

Mah! Staremo a vedere...

sabato 8 novembre 2008

Il genio di Harvard

La situazione qui descritta parla di un uomo d’affari statunitense che, su ordine del medico, si concede una vacanza in un piccolo villaggio costiero messicano.
Questi, dopo essere giunto in albergo, decide di farsi una passeggiata verso il molo, dove trova un pescatore che scarica dei tonni dalla sua piccola imbarcazione.
L’americano si complimentò con il messicano per la pesca e gli domandò quanto ci aveva messo per pescare tutti quei tonni.
«Pochissimo tempo», gli rispose il pescatore.
«Perché non sta fuori di più e prende più pesce?», domandò allora l’americano.
«È sufficiente per sostenere la mia famiglia e regalarne un po’ agli amici», disse il messicano che intanto continuava a scaricarli in una cesta.
«Ma… che cosa fa il resto del tempo?»
Il messicano alzò lo sguardo e sorrise: «Dormo fino a tardi, pesco un po’, gioco con i miei figli, faccio una siesta insieme a mia moglie, e giro per il villaggio ogni sera, dove bevo vino e suono la chitarra con i miei amigos. Ho una vita piena e impegnata señor».
L’americano rise e si allungò in tutta la sua statura. «Signore, mi sono laureato ad Harvard con un Master in Business Administration e posso darle un mano. Dovrebbe dedicare più tempo alla pesca e in questo potrebbe acquistare una barca più grande. In un attimo, con l’aumento dei profitti, potrebbe comprare numerose barche. Alla fine avrebbe una flotta di pescherecci»
Proseguì, «Invece di vendere quello che pesca a un intermediario, potrebbe vendere direttamente ai clienti, e alla fine potrebbe aprire un conservificio. Controllerebbe il prodotto, la lavorazione e la distribuzione. Naturalmente dovrebbe lasciare questo piccolo villaggio costiero di pescatori e trasferirsi a Città del Messico, poi a Los Angeles e infine a New York, dove potrebbe gestire la sua impresa in espansione con un managment appropriato».
Il pescatore messicano domandò: «Ma, señor, quanto ci vorrà per tutto questo?».
E l’americano, «Quindici, vent’anni. Massimo venticinque».
«E poi, señor?»
L’americano rise e disse: «Questa è la parte migliore. Al momento giusto, lancerebbe un IPO e venderebbe le azioni della sua società al pubblico diventando veramente ricco. Farebbe i milioni».
«Milioni, señor? E poi?»
«A quel punto potrebbe ritirarsi e trasferirsi in un piccolo villaggio costiero di pescatori, dove potrebbe dormire fino a tardi, pescare un po’, giocare con i suoi figli, fare una siesta insieme a sua moglie e girare per il villaggio la sera, per bere vino e suonare la chitarra insieme ai suoi amigos…».

giovedì 6 novembre 2008

Il BalUn

Riporto un articoletto che scrissi diverso tempo fa sui BalUn, che molti mi hanno sollecitato ad inserire nel blog. Buona lettura.

Introduzione
Questa paginetta raccoglie delle notizie relative alle problematiche di alimentazione delle antenne, cercando soprattutto di chiarire il concetto di linea bilanciata e sbilanciata e di illustrare il funzionamento del BalUn (BALanced/UNbalanced), che molto spesso viene tirato in ballo senza che se ne abbia molta cognizione di causa. Ovviamente l'argomento è molto vasto e l'obiettivo non è certo quello di farne una trattazione esaustiva: l'augurio è come sempre quello di soddisfare qualche curiosità e di fugare qualche dubbio.

Alimentazione antenne: linee bilanciate e sbilanciate
Come è noto, per alimentare una antenna si utilizza una linea di trasmissione opportunamente dimensionata e in condizioni di adattamento di uniformità, avendo cioè cura che l' impedenza di uscita del generatore, quella caratteristica della linea e dell'antenna siano del medesimo valore (tipicamente 50, 75, 300 ohm). Le linee di trasmissione filari (i cavi) sono essenzialmente di due tipi: bifilari (due conduttori esattamente uguali e paralleli) e coassiali (due conduttori cilindrici posti uno all'interno dell'altro per tutto lo sviluppo della linea). Supponiamo di alimentare una antenna a dipolo λ/2 con una linea bifilare, come mostrato nella figura seguente:


Come riportato nella figura, le correnti nel conduttore di andata e nel conduttore di ritorno della linea risentono dell’accoppiamento capacitivo ad esempio con un piano metallico posto nei pressi della linea e questo provoca quindi un drenaggio di corrente verso tale piano (si tratta ovviamente di correnti di spostamento, data la natura capacitiva dell’accoppiamento). Tuttavia, la corrente drenata risulta essere praticamente la stessa nei due accoppiamenti, il che mantiene la struttura bilanciata, nel senso che la corrente nei due conduttori rimane comunque uguale e quindi lo stesso avviene per i due “bracci” dell’antenna. Adesso invece consideriamo una linea di trasmissione realizzata tramite un cavo coassiale:


In condizioni ideali, la corrente arriva all’antenna (proveniente dalla sorgente) attraverso il conduttore centrale (l’anima del cavo coassiale) e torna alla sorgente percorrendo la superficie interna dello schermo del cavo. Tuttavia, in presenza del piano di massa, si verifica ancora una volta un accoppiamento capacitivo tra tale piano e i due conduttori del cavo, con la differenza, rispetto alla struttura bifilare di prima, che il conduttore esterno risente di un accoppiamento molto maggiore rispetto a quello interno. Questo determina appunto lo sbilanciamento della struttura, in quanto all’antenna giungono correnti diverse.
Quindi si hanno due situazioni:

1 - una antenna a dipolo alimentata da una linea di trasmissione bifilare è bilanciata rispetto a terra, presupponendo ovviamente che i due conduttori dell’antenna abbiano la stessa orientazione e posizione rispetto alla terra stessa; tali due conduttori sono a potenziale +V e –V da terra;

2 - se invece l’antenna è alimentata da una linea coassiale, che è un sistema sbilanciato in base a quanto detto prima, il conduttore esterno della linea ed uno dei due conduttori dell’antenna sono, rispetto a terra, ad un potenziale diverso da quello del conduttore interno della linea e dell’altro conduttore dell’antenna. Questo fatto determina l’insorgere di correnti anche sulla superficie esterna del conduttore esterno della linea, cui conseguono quindi correnti diverse nei due conduttori dell’antenna. Il campo irradiato da tali correnti sul conduttore esterno interferiscono con quello irradiato dall’antenna e quindi viene modificato il pattern di radiazione. In aggiunta a questo, risulta anche modificata l’impedenza di ingresso dell’antenna, sempre a causa delle correnti sbilanciate.

In base a queste considerazioni, deduciamo che un cavo coassiale va usato per alimentare solo antenne sbilanciate (che cioè necessitano di correnti diverse nelle loro varie parti), mentre invece, volendolo usare per alimentare una antenna bilanciata come un dipolo in λ/2 o un dipolo ripiegato, è necessario usare un dispositivo, chiamato balun (acronimo di BALanced / UNbalanced) che viene interposto tra un cavo coassiale sbilanciato ed una antenna bilanciata al fine di limitare i problemi sopra esposti e, come vedremo, anche di modificare l'impedenza vista al carico. Se il cavo di alimentazione è coassiale, l’obbiettivo del balun è quello di aumentare l’impedenza tra la superficie esterna dello schermo e la massa: in tal modo, la corrente di ritorno tende a fluire attraverso il percorso a minore impedenza, ossia quello rappresentato dalla superficie interna dello schermo.

Tipi di Balun
Di tipologie di balun ne esistono una gran varietà, e una prima sommaria classificazione può essere condotta sulla base della larghezza di banda di funzionamento: esistono infatti balun costituiti da spezzoni di linea che solitamente funzionano ad una ben precisa frequenza, e quelli che coinvolgono l'uso di componenti come toroidi o bobine, che estendono di molto la loro gamma operativa.

Balun con linea a λ/2
La versione di balun più semplice da realizzare (e sicuramente quella maggiormente diffusa tra i radioamatori) è quella costituita da uno spezzone di linea coassiale lungo λ/2 collegato come visibile in figura:


La funzione della tratto di linea aggiuntiva è quella di far giungere ai capi del carico una tensione di alimentazione par a 2 volte quella che si avrebbe con il consueto collegamento della calza al secondo braccio dell'antenna (che chiamiamo V). Infatti nel percorrere il tratto di linea a λ/2 l'onda di tensione accumula uno sfasamento pari a 180° e quindi si presenta al secondo morsetto del carico in opposizione di fase, sottoponendo quest' ultimo ad una tensione pari a 2V. (V'=2V). Da notare il carico risulta sempre collegato mediante l'anima del coassiale, quindi attraverso la calza non scorrono correnti che lo interessano e che andrebbero ad alterarne lo stato.
Se si considera che la potenza attiva trasmessa al carico nelle due configurazioni (senza il balun P e con il balun P') deve essere sempre la stessa, in quanto si suppongono le linee prive di perdite, si ha:

1) P = V2/Zo = V'2/ZL = (2V)2/ZL = 4V2/ZL = P'
2) ZL = 4Zo


Da ciò di evince che l'impedenza offerta dal carico in presenza del balun risulta essere 4 volte quella della linea e quindi oltre all'effetto di bilanciamento si è apportata anche una trasformazione di impedenza pari a 4:1. Infatti questo tipo di balun prende anche il nome di balun 4:1. Da notare infine che lo spezzone λ/2 deve essere mezz'onda per il segnale interno al cavo e non in aria: quindi nel calcolo della lunghezza bisogna ricordarsi di moltiplicare il valore della lunghezza d'onda nel vuoto per il fattore di velocità del cavo coassiale, che per quelli a 50 ohm (tipo RG58) è circa 0.66. Quindi, interponendo un balun di questo tipo tra una antenna yagi avente un dipolo ripiegato come driven element e un cavo coassiale a 50 ohm, avremo due vantaggi simultanei: il bilanciamento e l'adattamento di impedenza del carico. Ricordo infatti che il dipolo ripiegato presenta una resistenza di radiazione di circa 300 ohm, ma una volta inserito un una schiera di elementi parassiti come accade in una yagi, questa cala intorno ai 200 ohm, che sono esattamente 4 volte il valore dell'impedenza caratteristica del coax usato per alimentarla.Segue un esempio di dimensionamento di un balun 4:1 per i 50 MHz:


Balun tipo Bazooka
La quantità di corrente che fluisce sulla superficie esterna del conduttore esterno del cavo coassiale dipende sia dall’impedenza ZG tra la stessa superficie esterna e il piano di massa sia dall’eccitazione (non volontaria) della parte esterna dello schermo. Una tipologia comune è quella del cosiddetto adattatore di impedenza a bazooka, rappresentato nella figura seguente e usato tipicamente alle alte frequenze:


Si è qui schematizzata sia la situazione reale (a sinistra) sia il corrispondente circuito (a destra). L’adattatore consiste evidentemente in uno schermo cilindrico, di lunghezza pari ad un quarto di lunghezza d’onda (per cui si parla di blocco in quarto d’onda), inserito attorno allo schermo del cavo coassiale; l’estremità inferiore è posta in cortocircuito con il conduttore esterno del cavo, mentre l’altra estremità è lasciata libera. Con questo schema, si realizza perciò una particolare linea di trasmissione, i cui conduttori sono lo schermo aggiunto e lo schermo del cavo. Questa linea ha la particolarità di essere lunga λ/4 e di avere un estremo in cortocircuito: come è noto, questa configurazione fa sì che la linea, all’altro estremo, si comporti come un circuito aperto, ossia con impedenza infinita. Di conseguenza, l’impedenza tra i punti A e B mostrati in figura è teoricamente infinita (in realtà, è solo molto grande) e quindi risulta anche infinita l’impedenza tra schermo esterno e piano di massa. Questo fa’ sì che la corrente torni alla sorgente tramite il percorso da noi desiderato.

Balun con toroide in ferrite


In generale, gli adattatori di impedenza in ferrite permettono un bilanciamento a larga banda: tipicamente, il rapporto tra la massima e la minima frequenza di funzionamento è circa 3. La situazione è invece diversa per l’adattatore a bazooka: in quel caso, infatti, essendo fissa la lunghezza fisica L della linea di trasmissione, esiste solo un valore di frequenza al quale risulta L=λ/4, per cui l’adattamento si ha solo per questa frequenza. Medesima considerazione vale per il balun a mezz'onda. Questi balun sono frequentemente impiegati nelle HF.

martedì 4 novembre 2008

Stefano Zanus

E’ senza dubbio vero che l’arte segna il tempo e la vita dell’uomo. Questa è la concezione, sia metaforica sia sociologica, che si evince dalle varie esecuzioni di Stefano Zanus. Egli compie un percorso di analisi della società in cui vive, evidenziando gli aspetti positivi e negativi della contemporaneità. Per denunciare i paradossi e le problematiche odierne, si avvale di tutte le tecniche e le tipologie rappresentative che il mondo dell’arte può offrire: Zanus spazia perciò dalla pittura all’installazione, passando per la fotografia e la scultura. I suoi lavori sono intrisi di una sorta di funzionalità visiva e fisica, tesa da un lato a documentare cronachisticamente un fatto e dall’altro capace di coinvolgere e far riflettere lo spettatore.
prof. Siro Perin per il CapasoBlog

Assegno Google AdSense


Oggi mi è arrivato il primo bonifico dal simpaticissimo sistema AdSense di Google per la pubblicazione di annunci pubblicitari nel mio blog. La cifra è ridicola e non la riporto neanche, ma permettetemi comunque di esternare la mia, seppur modesta, soddisfazione. Questo post per ringraziare idealmente tutti coloro che hanno fino ad oggi veicolato traffico dal Blog verso i siti degli inserzionisti e, ovviamente, tutti quelli che vorranno farlo in futuro.
Many Thanks!

domenica 2 novembre 2008

Fulvio Tomizza - La casa col mandorlo


Che cosa spinge l'inquieto personaggio Tomizza, istriano (e quindi sotto l'amministrazione jugoslava), a scegliere l'Università di Belgrado invece di quella di Trieste, ancora governata dagli Alleati? E che cosa lo attira così fortemente verso l'esile e povera Elisa, già appartenuta a tanti, e poi da tutti abbandonata, dopo la scoperta che è ammalata di tubercolosi? Scrittore dalla forte personalità espressiva, di chiara appartenenza mitteleuropea, Tomizza si ribella alla realtà contingente di un popolo da sempre in conflitto con le sue origini culturali e costretto dalla storia a scegliere diaspora e rivolta, e dà vita, in questa raccolta postuma di racconti, a un ampio ventaglio di temi e avvenimenti. Si va infatti dai leggendari rituali contadini, ruotanti intorno alla "parrocchia", alla memoria dei vicini di casa trapiantati in Friuli ai tempi dell'esodo; dalla rappresentazione simbolica di tanti sbandati attraverso la storia travagliata di una casa, al sogno di una camera d'affitto nella quale sfilano le figure femminili di una vita. E poi, come araldici stemmi dalla forte suggestione evocativa, ci sono Umago, Materada, Buje, Giurizzani, i suoi luoghi di sempre, a testimoniare di un mondo che sta per svanire insieme ai suoi personaggi minimi e straordinari: rappresentanti di quel grumo emotivo della memoria che in Tomizza assurge a metafora storica ed esistenziale dell'uomo di frontiera, incatenato alle sue radici e nel medesimo tempo proteso verso l'altrove.

La casa col mandorlo (Oscar scrittori moderni)